Mentre l’ipotesi fusione Unicredit MPS sembra essersi impantanata su una serie di nodi irrisolti (a partire dal piano esuberi), oggi il mercato torna ad interrogarsi su un’ipotesi suggestiva che, nei mesi scorsi, era rimasta a lungo in piedi. Di cosa stiamo parlando? Dello scenario che vede Unicredit fondersi prima con Monte dei Paschi (quindi rilevare MPS) e poi con Banco BPM. Praticamente una fusione a tre che porterebbe alla creazione di un colosso del settore bancario molto radicato sul territorio nazionale.
Oggi come mesi fa, di concreto non c’è assolutamente nulla. In tema di risiko bancario, infatti, la sola ipotesi concreta è quella della fusione tra Unicredit e MPS. E’ questa la sola soluzione con possibilità di attuazione come più volte precisato dal management di Piazza Gae Aulenti.
E allora per quale motivo si è tornati a parlare delle vecchia ipotesi della fusione a tre tra Unicredit MPS e Banco BPM? Il motivo è semplice. Nella giornata di oggi è infatti apparso un articolo su Il Sole 24 Ore in cui viene ripreso il chiarimento fornito dell’Agenzia delle Entrate in materia di bonus fiscali in caso di aggregazioni tra più di due società. Il Fisco ha in pratica riconosciuto che il bonus fiscale in caso di operazioni di M&A tra società (quindi non solo tra banche) possa essere percepito anche in caso di aggregazioni multiple. La spiegazione chiarisce in modo definitivo i dubbi interpretativi che erano sorti in relazione alla trasformazione in credito di imposta di determinate DTA.
La notizia reale finirebbe qui se il settore bancario italiano non fosse in piena fase di risiko. E’ infatti stato sufficiente il chiarimento arrivato dall’Agenzia delle Entrate per rilanciare una vecchia ipotesi sulla quale il mercato tanto aveva battuto fino a pochi mesi fa. Il ragionamento è semplice: se il bonus fiscale vale anche in caso di aggregazioni multiple, perchè non ipotizzare che Unicredit possa condurre un’operazione su più vasta scala non limitantosi più alla sola Monte dei Paschi ma anche al Banco BPM?
Ovviamente queste sono solo indiscrezioni ed è tutto da dimostrare che Piazza Gae Aulenti possa avere reale interesse a portare in porto una soluzione simile. Per i trader più intraprendenti che sono sempre alla ricerca di assist (veri e presunti) per investire in borsa, uno scenario simile può essere ritenuto l’occasione per aprire posizioni sui titoli interessati (tutti o alcuni di essi).
Una prospettiva che potrebbe essere favorita dalla possibilità che c’è oggi di speculare sulle quotate senza comprare azioni in senso fisico grazie al CFD Trading. Se anche tu vuoi imparare a fare trading sulle azioni attraverso i Contratti per Differenza, ti consigliamo di leggere la nostra guida per principianti su come fare trading online da zero e di fare pratica con un conto demo come quello gratuitamente offerto dal broker eToro.
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Fusione Unicredit MPS Banco BPM: il parare degli analisti
Le ultime indiscrezioni sulla fusione a tre tra Unicredit, Monte dei Paschi e Banco BPM sono state puntalmente commentate da Equita Sim. Secondo gli analisti, la risoluzione che è stata fornita dall’Agenzia delle Entrate ha il merito di fornire una serie di chiarimenti riguardanti la complessa disciplina di trasformazione delle DTA in crediti fiscali nell’ambito di operazione di aggregazioni.
Equita ha evidenziato che il documento conferma la possibilità di applicazione della conversione delle DTA in crediti fiscali anche nel caso di due diverse operazioni annunciate distintamente se il beneficio complessivo risultante dalle due operazioni sia lo stesso che si otterrebbe nel caso di una fusione a tre.
La sim milanese ha quindi ricordato che in base alla normativa vigente, le operazioni di fusione dovranno essere annunciate entro il 31 dicembre 2021. Tuttavia, considerando che l’interpretazione è arrivato oggi, non sarebbe da escludere che tali effetti possano essere rilevanti se la norma sulle DTA venisse estesa anche al 2022.
Alla luce di tale interpretazione, Equita non chiude alla possibilità che vede Unicredit prima acquisire Banca MPS e poi chiudere un secondo deal con Banco BPM “beneficiando della conversione di DTA complessive per 5 miliardi di euro circa”.
Sulla carta questa ipotesi non fa una piega ma il mercato sembra essere di diverso avviso. Anche a causa del clima di attesa per le decisioni BCE di oggi, sia Unicredit che il Banco BPM segnano un ribasso. In particolare è proprio Piazza Gae aulenti ad evidenziare il passivo peggiore come si può vedere dal grafico in alto.
Al di là però delle reazioni immediate, che prospettiva si può avere per il futuro? Secondo gli analisti di Equita, a trarre maggiore vantaggio dall’ipotesi di fusione a tre sarebbe soprattutto Banco BPM. Per gli esperti se in futuro davvero si dovesse prendere in esame uno scenario a tre, ad uscirne più rafforzato sarebbe l’appeal speculativo di Banco BPM. E’ quindi questo il titolo su cui rivolgere l’attenzione ed eventualemente inserire nel proprio portafoglio CFD (qui il sito ufficiale eToro).
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