Da mesi non si fa altro che parlare di transizione energetica e di necessario passaggio a fonti di energia pulite con riduzione della componente derivante dalle fonti fossili. Anche il PNRR di cui si è parlato tanto a seguito del disastro economico causato dall’emergenza covid19, punta ad agevolare la transizione energetica. E che dire poi del fatto che nello stesso governo Draghi sia addirittura presente un ministro per la transizione ecologica che ricorda tanto la mutazione energetica?
Questo continuo richiamo alla tematica potrebbe far sorgere un errore di prospettiva dando l’impressione che la transizione energetica sia oramai una questione di tempo. Si tratterebbe, quindi, non solo di un fenomeno inevitabile (e su questo si può essere anche daccordo) ma anche imminente (e su questo siamo molto meno concordi). Un simile errore di percezione, può causare errori nella scelta dei titoli italiani su cui investire per sfruttare il cambio di passo energetico.
Pensare che la transizione energetica sia vicina quando la quotazione petrolio è tornata a salire rapidamente aggiornando i record degli ultimi anni, è davvero arduo.
Come sempre la verità sta nel mezzo. Quindi se da un lato è vero che la transizione energetica necessi di tempi lunghi, dall’altro è altrettanto vero che il primato del petrolio non è comunque destinato ad essere eterno.
In sintesi: il mondo avrà ancora bisogno del petrolio e la transizione enegertica richiederà tempi lunghi.
Questo è il principio che è necessario applicare nella composizione del proprio portafoglio di investimento. Visto che i tempi sono lunghi, è necessario essere molto selettivi nella scelta delle azioni su cui investire. Puntare su quei titoli che sono indissolubilmente legati al petrolio significa perdere il treno della svolta green. Al pari, puntare solo su titoli verdi significa essere troppo in anticipo.
Premesso questo, quali sono le azioni da comprare per cavalcare la transizione enegertica? Senza andare lontano dall’Italia, è possibile trovare proprio su Borsa Italiana due titoli su cui investire in questa fase intermedia. Le sorprese, come vedremo nel prossimo paragrafo, non mancano.
Azioni da comprare con la transizione energetica
Il primo titolo, quotato su Borsa Italiana, che può essere inserito in un portafoglio di investimento che punta sulla transizione energetica è Eni.
Il colosso italiano degli idrocarburi ha chiuso il 2020 con 43,9 miliardi di euro di ricavi grazie all’incremento del prezzo del petrolio e all’aumento della domanda globale di greggio. A partire da novembre 2020, il prezzo delle azioni Eni è cresciuto di circa l’84 per cento del suo valore come messo in evidenza in questo articolo. Uno dei più grandi driver di Eni è la scoperta di un nuovo pozzo che porterà alla compagnia tra i 65 ai 100 milioni di barili di greggio.
Nel futuro prossimo, quindi, sarà il prezzo del petrolio a spingere il valore di Eni. Più in là, potrebbe essere anche la transizione energetica a fare da catalizzatore. Sembra quasi inverosimile che Eni, dopo essere stata (e essere anche oggi) una delle colonne dell’energa derivante da fonti fossili, sia destimata ad essere anche uno dei punti di riferimento italiani della transizione ecologica. A deporre a favore di un certo ruolo di Eni anche nel mondo post-petrolio sono l’avvio dell’ “Inertial sea wave energy converter” un progetto volto alla produzione di energia dalle onde del mare che verrà installato a Ravenna e lo sviluppo di teconologie adatte all’uso di CO2 come ad esempio le micro alghe).
Insomma gli argomenti per cui Eni può essere un titolo centrale anche durante la transizione energetica non mancano. Per investire sul titolo consigliamo di operare con il CFD trading. In questo modo è possibile speculare sulle oscillazioni di prezzo senza comprare fisicamente azioni. Un broker con cui operare è eToro: attivando un account gratuito con questo intermediario, è possibile avere subito la demo gratuita da 100 mila euro virtuali da usare per imparare a fare trading su Eni.
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Secondo titolo italiano da inserire in portafoglio per sfruttare la transizione energetica è Snam.
Grazie al raggiungimento di un accordo con Mubdala Investment Company avente ad oggetto la collaborazione nello sviluppo di impianti alimentati a idrogeno negli Emirati Arabi, il prezzo delle azioni Sna negli ultimi mesi è salito del 24 per cento.
Altro fattore alla base del rialzo delle quotate è stato l’impegno mostrato dalla società nella decarbonizzazione.
Le premesse affinchè Snam possa diventare un titolo protagonista nel corso dell’inevitabile transizione energetica ci sono tutte già adesso.
Elementi di visibilità per il futuro potrebbero l’attenzione per la strategia ESG che caratterizza il gruppo e l’uso già adesso di una miscela del 30 per cento di gas naturale e idrogeno per la lavorazione dell’acciaio nel medio-lungo termine. Inoltre Snam dopo l’esperienza dell’Hydrogen Innovation Center si è imposta come eccellenza sul territorio nazionale e lo stessso Parlamento europeo ha riconosciuto l’importanza.
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