Appena poche settimane fa avevamo segnalato come le indiscrezioni sulla possibile fusione Unicredit Banca MPS fossero decisamente poco consistenti. A distanza di poco tempo da allora, siamo tenuti a tornare sull’argomento e correggere la nostra valutazione poichè, a causa di alcune novità, i rumors sull’integrazione Unicredit Monte dei Paschi, sembrerebbero essere molto più solidi.

Cosa è cambiato rispetto alla valutazione di inizio novembre? Accanto ad alcune novità specifiche di cui parlermo successivamente, c’è anzitutto da evidenziare il mutato contesto. Se fino a poche settimane fa, il cosiddetto risiko del settore bancario sembrava essere finito in un cassetto, adesso sul mercato si è tornati a parlare apertamente di fusioni tra banche con conseguenti forti rialzi dei titoli coinvolti che sono sfruttati per investire attraverso i CFD usando i migliori broker Forex e CFD come ad esempio IG (leggi qui la recensione completa) che offre la demo gratuita da 30 mila euro. 

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Come hanno messo in evidenza alcuni analisti, quindi, il dossier fusioni non si è chiuso con l’avvenuta integrazione tra Intesa Sanpaolo e UBI Banca ma è destinato a proseguire. Le indiscrezioni su una possibile integrazione tra Banco BPM e BPER Banca (caldeggiata dal numero uno di Unipol, Cimbri, nei giorni scorsi) e il lancio di un’OPA su Credito Valtellinese da parte di Credit Agricole Italia, hanno creato il terreno ideale per tenere alta l’attezione sul risiko bancario. E’ quindi inevitabile che, in questo contesto, si continui a parlare di fusione MPS Unicredit

Accanto al sentiment generale, ci sono poi le notizie dirette. Stando a quanto riportato da Bloomberg, negli ultimi giorni si sarebbero rafforzate le trattative tra la banca guidata da Mustier e il Ministero dell’Economia e delle Finanze in merito alla possibile cessione proprio a Unicredit del controllo di MPS ora in mano al Tesoro. 

Proprio tali indiscrezioni hanno infiammato i due titoli che hanno registrato apprezzamenti molto consistenti in borsa. Ad esempio le azioni MPS oggi scambiano a 1,26 euro contro un valore di 1 euro a fine ottobre. Anche le azioni Unicredit non sono da meno essendo salita ad oltre 9 euro contro i 6,4 euro di fine ottobre. Proprio l’intensità delle rispettive progressioni suggerisce che le indiscrezioni sulla fusione sono un argomento capace di condizionare i rispettivi prezzi delle due banche. Per sfruttare questa dinamica non è per forza necessario comprare azioni.

Se l’obiettivo è solo quello di fare speculazione, allora puoi prendere in considerazione la possibilità di investire in borsa attraverso i CFD. Tra l’altro scegliendo un broker autorizzato come ad esempio eToro (leggi qui la recensione completa) non solo avrai la demo gratuita per imparare a vendere e comprare CFD ma non pagherai neppure commissioni nel trading sulle azioni

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Fusione Unicredit Banca MPS: le ultime notizie

Secondo Bloomberg, il Tesoro italiano sarebbe pronto a garantire la condizione di neutralità sul capitale di Unicredit a seguito dell’acquisizione di Monte dei Paschi.

Questa operazione sarebbe possibile attraverso un aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro in Monte dei Paschi di Siena oppure mediante un decreto governativo che consente la conversione da asset fiscali in crediti fiscali di circa 3,7 miliardi di DTA che sono oggi fuori dal bilancio della banca toscona. Tali crediti fiscali sono comutabili nel CET.

Non è questa la sola novità che ha rilanciato, su basi più solide, le indiscrezioni sulla fusione MPS Unicredit. Sempre secondo quanto affermato da Bloomberg, infatti, il MEF starebbe prendendo in considerazione anche uno spin-off di 10 miliardi di euro di rischi legali dalla banca toscana. Tutti questi elementi possono essere un assist per comprare azioni Unicredit attraverso i CFD (qui la demo eToro)

Secondo Bloomberg, e qui è evidente che gli analisti facciano riferimento al settore bancario italiano nel suo complesso, Unicredit è il solo “acquirente plausibile ma richiederebbe notevoli interventi e non è chiaro se questi siano compatibili con il diritto comunitario“.

Considerando che il Tesoro dovrà uscire dal capitale di MPS entro il 2021 (attualmente la quota del capitale Monte Paschi in mano al MEF è del 66 per cento), è evidente che Unicredit è la sola alternativa possibile ma è altresì chiaro che la banca guidata da Mustier richiderà al MEF tutta una serie di interventi prima di fare il grande passo. 

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