Crescono le indiscrezioni di stampa su un un possibile allargamento di applicazione della plastic tax anche ai grossisti. L’argomento non è nuova ma fa parte di quella serie di temi che ciclicamente si riaffacciano nel dibattito. Partendo dai rumors sull’inasprimento della plastic tax, gli analisti di Equita si sono interrogati su quali azioni del settore utility potrebbero subire gli effetti maggiori in caso di un simile provvedimento.
Anzitutto occorre chiarire cosa centrano plastic tax e colossi del settore utility. Perchè alcune quotate di questo comparto potrebbero subire gli effetti dell’allargamento della tassa sulla plastica?
Attualmente la normativa sulla plastic tax prevede il prelievo di 0,45 euro ogni chilogrammo di materia plastica. Secondo alcune indiscrezioni di stampa che sono state riportate dal Sole 24 Ore, il governo starebbe prendendo in considerazione la possibilità di allargare il perimetro di applicazione della tassa anche ai depositi della grande distribuzione o magazzini all’ingrosso.
Uno scenario simile (e qui entrano in gioco le utility) sarebbe positivo per le società che hanno in mano impianti di trattamento e di riciclo dei rifiuti. E quali sono queste società?
Prima di fare i nomi, preciso che è possibile sfruttare gli effetti dell’ipotizzata nuova normativa in materia di plastic tax sulle utility coinvolte non solo comprando oggi azioni e poi sperando in un apprezzamento futuro ma anche operando attraverso il CFD Trading. Se vuoi imparare a comprare CFD Azioni e guadagnare con le variazioni di prezzo, impara ad operare sfruttando il conto demo che broker autorizzati come eToro (leggi qui la recensione completa) ti offrono.
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Secondo l’analisi di Equita tra le azioni più esposte in caso di aumento del perimetro di applicazione della Plastic Tax c’è Hera. L’utilty dell’Emilia Romagna grazie all’acquisizione di Aliplast, opera già da qualche anno nel segmento della produzione di materie plastiche e prodotti riciclati.
Per la sim milanese i prodotti di questo comparto registreranno un incremento proprio a causa della tendenza ad introdurre tassazioni specifiche che, nel futuro saranno ancora più inasprite come del resto prevedono le direttive dell’Europa a riguardo. Non va dimenticato che in Europa la tassa sulla plastiva è pari a 0,8 euro per chilogrammo e che l’Italia, su questo fronte, come su tanti altri, è ancora in ritardo.
Oltre a legiferare in materia di plastic tax, il governo italiano sarà presto chiamato ad applicare anche le direttive europee riguardanti l’economia circolare che prevedono un incremento degli impianti di trattamento dei rifiuti. Secondo Equita a poter trarre beneficio da queste politiche sono quotate come A2A e la stessa Iren.
Per non perdere il treno del cambiamento e sfruttare l’mpatto positivo che potrebbe verificarsi sui titoli citati, impara ad investire in azioni delle utility attraverso i Contratti per Differenza (qui il link ufficiale al broker eToro).
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