Quale sarà il futuro di Banca Monte dei Paschi di Siena dopo l’uscita dello Stato dal capitale? In base agli accordi raggiunti a suo tempo tra Banca MPS, Stato Italiano ed Europa, il Tesoro dovrebbe abbandonare il capitale di Monte dei Paschi entro il 31 dicembre 2020. Per ora non ci sono stati aggiornamenti in merito e quindi la data limite è da intendersi confermata. Non è comunque da escludere, però, che possano esserci delle novità dopo l’estate a causa della situazione di emergenza creata dal coronavirus.
Dando, per adesso, assodato che lo Stato dovrà abbandonare Banca MPS entro fine anno, quali sono gli scenari che si potrebbero prospettare? La brillante operazione che Intesa Sanpaolo ha condotto su UBI Banca, ha accesso il risiko del settore bancario tanto che, proprio la banca toscana, viene ritenuta da più parti come la prossima destinata a finire in qualche operazione di fusione. Se il destino di Banca MPS è segnato (a meno che non ci siano novità sul termine stabilito dall’Europa per l’uscita dello Stato dal capitale della banca senese), più complicato è capire con chi potrebbe esserci questa operazione di integrazione. Monte dei Paschi non è una banca dall’alto appeal ed è escluso che l’altra big del settore bancario italiano, Unicredit, possa scendere in campo.
La banca guidata da Mustier ha da tempo messo i punti sulle i sul dossier Monte dei Paschi specificando di non essere interessata a partecipare ad operazioni di integrazione. Unicredit, quindi, è fuori dalla partita. E allora chi resterebbe in campo.
Al futuro di Monte dei Paschi di Siena è dedicato un articolo di Stefano Righi, pubblicato sull’inserto L’Economia del Corriere della Sera. L’analisi di Righi parte dai conti semestrali della banca toscana. A causa dell’emergenza coronavirus e del lockdown, il primo semestre 2020 della banca toscana è stato deludente. Monte dei Paschi ha chiuso il periodo di riferimento con una perdita pari a e 1 miliardo di euro e una richiesta di danni sul groppone per 3,8 miliardi di euro. Ai numeri negativi si sono poi sommati eventi altrettanto negativi come le dimissioni di alcune figure di primo piano del board. E che dire, poi, delle previsioni negative fino al 2022? Insomma ad impensierire non ci sono solo i conti semestrali ma soprattutto tutta una serie di eventi negativi.
Dinanzi ad una situazione di questo tipo, è logico porsi dei dubbi sulla capacità della banca toscana di garantire l’operatività nell’immediato futuro. Secondo il giornalista non ci sono problemi a riguardo. Proprio la situazione in atto, però, potrebbe essere sfruttata da altre banche per assumere il controllo dell’istituto senese.
Ma quali sono le ipotesi in campo? Secondo l’analisi di Righi, Monte dei Paschi potrebbe fondersi con il Banco BPM (che però ha sempre smentito di essere interessato ad un’operazione) oppure potrebbe finire all’estero. In campo, infatti, potrebbe scendere una cordata tra le francesi BNP Paribas e Credit Agricole.
La reazione del titolo Monte dei Paschi
Solitamente analisi come quelle riportate dal Corriere della Sera sono in grado di accendere l’appeal sul titolo interessato. Non è questo il caso di oggi. Le quotazioni Monte dei Paschi, infatti, sono praticamente immobili su Borsa Italiana a quota 1,46 euro. L’assenza di variazioni di prezzo è quantomeno singolare visto che sul Ftse Mib tutti i titoli, bancari compresi, sono in marcato rialzo.
Per la cronaca, il prezzo delle azioni Banca Monte dei Paschi nel corso dell’ultimo mese ha registrato un ribasso di oltre il 21 per cento.
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