Pochi minuti prima dell’apertura delle contrattazioni di Borsa Italiana, Eni ha pubblicato i conti del primo semestre 2020. Come da attese, la semestrale Eni non ha brillato ma anzi ha risentito in modo marcato del crollo del prezzo del petrolio e dell’emergenza coronavirus. Oltre ad aver reso noti i conti del primo semestre 2020, il consiglio di amministrazione di Eni ha anche comunicato una serie di novità in merito alla politica dei dividendi.
La remunerazione degli azionisti nei prossimi anni è stata rivista al ribasso a causa del mutato scenario internazionale. Con un prezzo del petrolio lontano dai livelli di alcuni fa a causa della crisi di domanda a sua volta causata dal coronavirus, Eni ha preso atto di non poter più remunerare i suoi azionisti seguendo la politica dei dividendi in vigore fino a quest’anno. Come la debolezza della semestrale, anche la revisione al ribasso della politica dei dividendi era attesa dagli analisti come abbiamo messo in evidenza tempo fa in questo articolo.
Proprio dalle novità sulla politica dei dividendi partiamo nel prossimo paragrafo.
Dividendi Eni: come cambia la politica delle cedole
Il consiglio di amministrazione di Eni, preso atto del mutato contesto economico internazionale e dell’alta volatilità della quotazione petrolio, ha deciso di rivedere la poltica di remunerazione degli azionisti. Ma cosa cambierà per il dividendo Eni?
La nuova politica di remunerazione, che sostituisce quella precedente, assume come contesto base un prezzo del Brent uguale o superiore a 45 dollari al barile. In questa situazione Eni staccherà un dividendo annuo che è composto da un valore base pari a 0,36 euro per azione e un valore variabile che invece crescerà all’aumentare del prezzo del Brent. La parte variabile è quantificata tenendo conto della media Brent attesa per ogni anno e viene calcolata come percentuale crescente, in range tra il 30 per cento e il 45 per cento, del free cash flow incrementale generato dallo scenario per quotazioni Brent più alte di 45 dollari al barile e fino a 60 dollari al barile.
Parlando di numeri concreti, il consiglio di amministrazione del Cane a Sei Zampe ha poi anticipato il dividendo base di 0,36 euro per azione verrà garantito anche nel 2020 nonostante, ad oggi, le previsioni annue vedano il Brent a non oltre 40 dollari al barile. Il dividendo Eni 2020 sarà versato per un terzo sotto forma di acconto a settembre e per due terzi sotto forma di saldo a maggio 2021.
A partire dal 2021, però, cambierà tutto e il dividendo sarà staccato al 50 per cento sotto forma di acconto e al 50 per cento sotto forma di saldo. La componente variabile crescente verrà pagata insieme all’acconto nell’anno in cui si realizzano la condizioni per la sua distribuzione.
La revisione della politica dei dividendi Eni è un argomento che certamente interessa gli azionisti del Cane a sei Zampe ma non solo loro. Le novità potrebbero infatti condizionare l’andamento del titolo su Borsa Italiana oggi 30 luglio questo creerebbe le condizioni per speculare sulle azioni Eni attraverso il CFD Trading. A tal proposito ricordiamo che il broker eToro (leggi qui la recensione completa), offre la demo gratuita per imparare ad investire in azioni attraverso i Contratti per Differenza e inoltre non prevede commissioni nel trading sulle azioni.
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Semestrale Eni: come è andato il primo semestre 2020?
Come abbiamo già anticipato, Eni, nel primo semestre 2020, ha dovuto fare i conti con il crollo del prezzo del petrolio e con la pandemia di coronavirus. Queste sono le ragioni per cui molti parametri al 30 giugno 2020 sono letteralmente crollati rispetto a un anno fa. Il forte ribasso era comunque atteso dalla previsioni sui conti semestrali di Eni qui riportate.
Vediamo nel dettaglio. I ricavi della gestione caratteristica di Eni hanno registrato una flessione a quota 22,03 miliardi, in ribasso di ben il 40 per cento nel confronto con i 36,98 miliardi ottenuti nella prima metà del 2019. In caduta libere anche la produzione di idrocarburi che nello stesso periodo è scesa del 5,1 per cento a 1,74 milioni di barili al giorno. Il bollettino di guerra prosegue poi l’utile operativo adjusted che è sceso a 873 milioni di euro con un forte ribasso rispetto ai 4,63 miliardi registrati nella prima metà del 2019. Per finire, il risultato netto adjusted di Eni al 30 giugno 2020 era negativo per 655 milioni di euro, risultato che si raffronta con l’utile di 1,55 miliardi contabilizzato nel primo semestre 2019.
Questo lungo elenco di rossi, se pure atteso dal mercato, non potrà non essere giudicato negativamente dal mercato. A prescindere da quella che è la strategia trading che si intende adottare, ricordiamo che è possibile investire in azioni Eni approfittando dalla certa forte volatilità che caratterizzerà il titolo oggi, anche attraverso il CFD Trading. Per operare si può prendere in considerazione la possibilità di usare un broker autorizzato come IG (leggi qui la recensione di Borsa Inside) che mette a disposizione ben 30.000 euro virtuali per imparare ad investire senza correre il rischio di perdere soldi veri. La demo IG è gratis.
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Vendere azioni Eni dopo la semestrale?
La revisione al ribasso della politica dei dividendi i conti semestrali infestati di segni negativi potrebbero spingere gli investitori a vendere azioni Eni in modo massiccio fin dall’apertura degli scambi. E’ questo lo scenario più plausibile in vista dell’apertura delle contrattazioni. Come si può vedere dal grafico in basso, Eni oggi è partita dal 8,41 euro.
La seduta di ieri si è chiusa con una leggera contrazione per il Cane a Sei Zampe anche a causa del crollo delle quotazioni Saipem causato dai conti semestrali deludenti.
Nel corso dell’ultimo mese, la performance di Eni è stata negativa per il 5,72 per cento. A causa dell’emergenza coronavirus, del lockdown e del crollo del prezzo del greggio, le quotazioni Eni rispetto ad un anno fa sono più deboli del 42 per cento.
Questo lo scenario in cui andare ad inquadrare i conti semestrali di Eni e, soprattutto la decisione del CdA di tagliare il dividendo.
Semestrale Eni e revisione politica dividendi: il commento di Descalzi
Il numero uno di Eni, Claudio Descalzi, ha affermato che il semestrale chiuso il 30 giugno è stato decisamente difficile per la società. Il manager ha dichiarato che la reattività mostrata da Eni in quello che è stato probabilmente il semestre “più difficile che l’industria oil&gas abbia dovuto superare nella sua storia” è da apprezzare.
Il manager ha ricordato che i “prezzi sono crollati insieme alla domanda per effetto della crisi sanitaria e delle tensioni geopolitiche. Solo un intervento straordinario dell’OPEC+ ha consentito di riportare un minimo di stabilità nel mercato, mentre la difficile uscita dalla pandemia mostra ancora elevati elementi di incertezza“.
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