La scadenza del termine per aderire all’OPS di Intesa Sanpaolo sulle azioni UBI Banca sarebbe dovuta essere oggi 28 luglio, ma ieri sera la Consob ha annunciato la proroga di due giorni del termine dell’operazione. L’autorità di controllo dei mercati ha specificato che la decisione si è resa inevitabile al fine di consentire al mercato e agli azionisti di UBI Banca di avere a disposizione un quadro informativo idoneo per poter così fare scelte consapevoli in merito all’adesione all’operazione. Il riferimento della nota Consob è ad alcuni contenuti apparsi sul sito istituzionale di UBI Banca giudicati poco soddisfacenti dal punto di vista informativo. 

Ad ogni modo, alla luce della proroga dei termini di adesione, gli azionisti UBI Banca che voglio partecipare all’offerta hanno ora tempo fino a giovedì 30 luglio 2020. E’ questa la nuova data di scadenza dell’OPS lanciata dalla banca guidata da Messina.

Il rinvio del termine di adesione è la notizia clou di oggi ed è quindi ipotizzabile che sia il titolo UBI Banche che le azioni Intesa Sanpaolo passano subire variazioni di prezzo sul Ftse Mib. Del resto le due quotate figurano nell’elenco dei titoli più interessanti su Borsa Italiana oggi 28 luglio 2020. 

Prima di analizzare l’andamento dell’OPS di Intesa Sanpaolo su UBI Banca, ricordo che per investire in borsa non serve per forza comprare titoli e quindi diventare azionisti. Una alternativa da prendere in considerazione è il CFD Trading che ti consente di investire in azioni senza comprare nulla. Se vuoi imparare a fare trading online attraverso i CFD puoi usare il conto demo che broker affidabili come ad esempio eToro (qui la recensione completa di Borsa Inside) ti mettono a disposizione. La demo eToro è gratuita e inoltre il broker non prevede commissioni nel trading sulle azioni

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OPS Intesa Sanpaolo su UBI Banca: aggiornamenti 28 luglio 2020

Ma come sta andando l’OPS di Intesa Sanpaolo su UBI Banca? Partiamo dagli ultimi dati ufficiali. Ieri sera Borsa Italiana ha comunicato che sono state partate in adesione dell’offerta 497.424.427 azioni, pari al 43,481 per cento del capitale di UBI Banca. Rispetto ai dati di venerdì, quindi, c’è stata una accelerazione a doppia cifra. La soglia del 50 per cento più uno per la riuscita dell’operazione è praticamente ad un tiro di schioppo. Più lontana, invece, la soglia del 66,7 per cento che farebbe scattare la fusione tra UBI Banca e Intesa Sanpaolo.

Gli analisti, però, sono convinti che sia il primo target che il secondo saranno raggiunti anche perchè, in questo genere di operazioni, i grandi fondi detentori di cospicui pacchetti azionari sono soliti muoversi per ultimi. In poche parole, stando alle previsioni, c’è da attendersi un ulteriore rally delle adesioni tra oggi, domani e il 30 luglio. 

E’ notizia di oggi pomeriggio che i soci imprenditori di UBI Banca membri del Patto Car (i cosiddetti pattisti) hanno aderito all’operazione. L’adesione dei soci imprenditori (in pratica una serie di famiglie di industriali del Nord) è molto significativa visto che gli stessi avevano bollato come irricevibile l’offerta di Intesa Sanpaolo a febbraio. 

Ma cosa è cambiato rispetto ad allora? A spiegarlo sono stati gli stessi pattisti che, in una nota, hanno posto l’accento sulle rassicurazioni ricevute da Intesa in merito alla valorizzazione e alla tutela del personale UBI e delle aspettative del territorio “anche attraverso la continuità degli enti finalizzati localmente ad attività di solidarietà sociale e alla continuità dei progetti di sviluppo in corso“. 

OPS Intesa Sanpaolo su UBI Banca: chi ha aderito ad oggi?

A fare il punto sulla adesioni all’OPS di Intesa Sanpaolo su UBI Banca è stato un approfondimento di Antonella Olivieri pubblicato sul Sole 24 Ore. Secondo la giornalista, il 17 per cento delle adesioni all’OPS è arrivato dai cosiddetti soci storici. A questo si deve poi aggiungere il 16 per cento arrivato dagli azionisti retail e un altro 10 per cento che fa riferimento al mercato. 

Chi manca invece? Chi non ha ancora aderito all’OPS di Intesa Sanpaolo? Due sono i nomi di peso fatti dal Sole 24 Ore: il fondo Parvus e il fondo Silchester. Sommando le quote di questi azionisti si arriva ad un consistente 16,7 per cento del capitale di UBI Banca. Facendo due conti se questi due fondi illustri dovessero aderire all’operazione, la percentuale di adesioni (considerando solo questi due fondi) balzerebbe ad oltre il 60 per cento, ad un passo dal target che farebbe scattare la fusione. 

Nonostante i due fondi non abbiano ancora aderito, le possibilità che possano farlo nei prossimi giorni sono molto alte. Tutti gli operatori sono convinti che l’operazione si chiuderà positivamente e che i fondi istituzionali abbiano solo vantaggi dall’aderire all’OPS. 

Ultima ora (aggiornamento ore 16,00) – Stando a quanto riportato da alcune indiscrezioni di stampa il fondo Silchester avrebbe fatto sapere di essere pronto ad aderire all’operazione portando il suo 8 per cento in adesione all’OPS. Con l’adesione del fondo, il target del 50 per cento sarebbe raggiunto e superato. La certezza che l’operazione sia destinata ad andare in porto è talmente forte da indurre alcuni analisti a pensare che anche il target del 66,67 per cento possa essere raggiunto e superato. Scatterebbe così la fusione Intesa Sanpaolo UBI Banca, un passaggio storico nella modernizzazione del sistema bancario italiano. 

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