Il crollo del titolo Atlantia (-15 per cento nella seduta di ieri e valori precipitati ad appena 11,37 euro) è il segnale del vero e proprio terrore che scuscita tra gli investitori la possibile revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia da parte del governo. Il consiglio dei ministri di oggi dovrebbe finalmente fare chiarezza su questo punto esprimendosi per la revoca della concessione oppure per il suo mantemimento.
Il tira e molla dura oramai da mesi. La domanda se ci sarà o no la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia è stata alla base dell’alta volatilità che ha caratterizzato l’andamento del titolo Atlantia su Borsa Italiana. Ora però è il momento di tirare le somme e il mercato si attende risposte chiare da parte del governo anche perchè prese di posizione dure come quella di ieri del premier Conte senza essere seguite da fatti, danneggiano solo gli azionisti. Nella seduta di ieri, infatti, erano state proprio le dichiarazioni di Conte sull’irricevibilità della nuova proposta di Atlantia, a far crollare le quotazioni del titolo. Serve chiarezza, quindi, e, arrivati a questo punto, i mercati pretendono risposte precise anche perchè la partita è complessa.
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Per dare un aiuto concreto agli investitori, in questo post, proveremo a dare la risposta a quelle che sono le due domande più gettonate nelle ultime ore:
1) Quali sono le conseguenze della revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia?
2) Cosa può decidere il governo nel consiglio dei ministri di oggi (già rinviato alle 22)? Le ipotesi possibili sono solo revoca, mantenimento della concessione o c’è anche una terza ipotesi?
Cosa succede ad Aspi con la revova dalla concessione ad Autostrade?
Lo scenario peggiore che gli investitori hanno già iniziato a scontare ieri è quello della revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Ammettiamo che il consiglio dei ministri (spaccato più che mai al suo interno) decida per la revova della concessione ad Autostrade per l’Italia, cosa avverrà domani? In caso di adozione di una procedura di urgenza, il rischio che Aspi possa andare incontro ad un default è altissimo.
Il fallimento di Autostrade per l’Italia significherebbe danni enormi anche per la controllata Atlantia che di Aspi è socio di maggioranza con una quota dell’88 per cento. Tra l’altro Atlantia ha prestato garanzie ad Aspi per ben 5,5 miliardi di euro e non è quindi difficile immaginare l’effetto a catena che si verrebbe a creare.
Quello della revoca con procedura di urgenza, tenendo conto delle implicazioni finanziarie, sarebbe lo scenario che avrebbe i peggiori contraccolpi in ambito finanziario. Riteniamo che questo scenario sia anche quello meno probabile.
Gli effetti della revoca sarebbero decisamente meno forti laddove il governo dovesse invece decidere di revocare la concessione seguendo termini e condizioni stabiliti nell’accordo in vigore.
Una strada alternativa alla revoca: il commissariamento
Sul tavolo del consiglio dei ministri di questa sera c’è una terza ipotesi che alla fine potrebbe prevalere: quella del commissariamento. Secondo un articolo di Lorenzo Salvia che è stato pubblicato sul Corriere della Sera, la nomina di un commissario potrebbe essere il modo per togliere il governo dal vicolo cieco in cui è andato a finire. Il commissario consentirebbe di dare una svolta ad una matassa sempre più intricata dando più tempo al governo.
Una soluzione commissariale sarebbe piena di vantaggi: garantirebbe, infatti, la continuità aziendale e quindi tutelerebbe i dipendenti di Autostrade per l’Italia e, al tempo stesso, garantirebbe il proseguimento dei cantieri. Tecnicamente il commissariamento sarebbe anche la soluzione più semplice da adottare. Secondo il Corriere della Sera, proprio di commissariamento si parlerà nel consiglio dei ministri di questa sera.
Revoca concessione Autostrade per l’Italia: le pressioni di Germania e Cina
Ci sarebbero anche pressioni dall’estero per impedire la revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Intendiamoci: nulla di illegale ma semplici fari che alcuni paesi hanno accesso sulla questione. Ad interessarsi della questione sono i soci esteri di Autostrade per l’Italia e, in modo particolarei, i soci tedeschi e quelli cinesi. Poichè sul tavolo delle opzioni c’è l’ipotesi revoca urgente della concessione che avrebbe come effetto il possibile default di Autostrade per l’Italia, è ovvio che i soci esteri, presenti nel capitale di Aspi seguano molto da vicino la questione.
Il socio tedesco di Aspi è la società Allianz che è entrata nel capitale di Autostrade per l’Italia nel 2017 con una quota pari al 7 per cento attarverso un consorzio chiamato Appia Investments. La cancelliera Merkel, nel corso di un incontro con Conte, avrebbe riferito di pressioni arrivate da alcuni settori produttivi tedeschi preoccupati per la possibile revoca urgente della concessione.
Per quello che riguarda le pressioni cinesi, invece, indiscrezioni riferiscono di richieste di informazioni circa la posizione del governo da parte del fondo cinese di Stato Silk Road Fund che ha in mano il 5 per cento di Aspi.
Addirittura in campo sarebbe sceso anche il governo di Pechino con l’ambasciatore italiano che sarebbe stato convocato dalla autorità cinesi. Questa circostanza, però, è stata successivamente smentita.
Azioni Atlantia oggi recuperano
In vista delle decisioni del consiglio dei ministri, la volatilità sul titolo Atlantia continua ad essere molto alta. In questo momento le azioni sono le migliori del Ftse Mib (qui la cronaca della seduta di oggi 14 luglio) con un balzo dell’1,4 per cento a 11,52 euro. Il titolo è comunque già lontano dai massimi di seduta che sono stati raggiunti a 11,79 euro poco dopo l’apertura degli scambi. A causa della forte incertezza, il prezzo delle azioni Atlantia nel corso dell’ultimo mese ha già perso il 20 per cento.
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