Lo scorso lunedì, Eni ha fornito le nuove indicazioni sul possibile andamento della quotazione petrolio tenendo conto delle novità apportate nello scenario dall’emergenza coronavirus e dal lockdown. Il nuovo scenario di riferimento che è stato adottato dal Cane a Sei Zampe si basa su un prezzo del Brent pari a 60 dollari al barile al 2023 contro il precedente scenario che fissava il Brent a 70 dollari al barile.
La revisione al ribasso dello scenario non ha riguardato solo il 2023 ma anche gli anni precedenti. Per l’anno in corso, il modello di Eni si basa un prezzo del Brent a 40 dollari al barile contro i 45 dollari della precedente stima.
Per il 2021 la stima è di 48 dollari contro i 55 precedenti mentre per il 2022 è di 55 dollari al barile contro i 70 del precedente scenario. Insomma a partire dall’anno in corso, per tenere conto delle conseguenze economiche del coronavirus, Eni ha rivisto al ribasso gli scenari dei prezzi del greggio. Il taglio sulle stime 2020-2023 si è ovviamente tradotto in una modifica dei target di bilancio.
Le ripercussioni, secondo gli analisti di Equita, non si fermano però qui. Per gli esperti della sim ci potrebbero essere conseguenze anche sulla consistenza del dividendo Eni.
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Dividendo Eni: quali previsioni?
Vediamo a riguardo cosa affermano gli analisti. Secondo la sim milanese considerando il rimbalzo del Brent avvenuto a partire da metà aprile e il nuovo scenario 2020-2023 che è stato ipotizzato dal board del Cane a Sei Zampe, la previsione di un taglio della cedola pari al 42 per cento a 0,5 euro, si profila come meno necessaria in termini di entitaÌ?.
Questo livello, infatti, potrebbe essere in linea con uno scenario di medio termine che vede il prezzo del Brent a 45 dollari al barile. Esclusa, quindi, la possibilità che la revisione al ribasso dello scenario del prezzo del petrolio possa portare Eni a tagliare il dividendo del 42 per cento, è invece più probabile che possa esserci un taglio del dividendo compreso nel range tra il 20 e il 30 per cento. Attenzione anche in questo caso perchè l’accelerazione della decarbonizzazione potrebbe avere delle conseguenze sul fabbisogno di cassa.
Azioni Eni restano da comprare per Equita
Nonostante la decisione di Equita di rivedere le stime sul dividendo Eni, il giudizio degli analisti sulle azioni del Cane a Sei Zampe è comunque positivo. Per la sim milanese le azioni Eni sono da comprare (rating buy). Gli esperti hanno anche fissato il target price a 11 euro. Tale prezzo obiettivo implica un potenziale di upside rispetto a quelli che sono i prezzi attuali del 25 per cento.
Questa è un’indicazione molto preziosa per chi è solito investire in azioni Eni sia in modo diretto che attraverso il CFD Trading. A tal riguardo ricordo che uno dei broker migliori per comprare e vendere CFD Azioni è Plus500 (qui trovi la recensione completa). Puoi attivare la demo Plus500 direttamente dal link in basso senza bisogno di lasciare il sito.
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Oltre a Equita anche gli analisti di Banca IMI hanno un giudizio positivo sulle azioni Eni. Per gli esperti il titolo è da comprare (rating buy). Addirittura gli analisti di Banca IMI hanno su Eni un target price ancora superiore: 11,2 euro.
Le ragioni di questa fiducia da parte di Banca IMI sono semplice: gli esperti ritengono che il nuovo scenario dei prezzi fornito dal board del Cane a Sei Zampe sia in linea con quelle che erano le loro stime in considerazione dell’impatto di coronavirus e lockdown.
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