Dopo la volta di Standard and Poor’s e Fitch, oggi sarà Moody’s ad esprimersi sul rating Italia. La decisione delll’agenzia internazionale, come da regolamento, verrà comunicata in serata, dopo la chiusura di Borsa Italiana. E’ questo ciò che prevedono le norme in vigore soprattutto per evitare che comunicazioni a mercati aperti possano condizionare l’umore degli investitori generando decisioni irrazionali come avveniva in passato. 

Nonostante l’ufficialità delle decisioni di Moody’s sia attesa per la serata di oggi, già da giorni sui mercati circolano indiscrezioni su quelle che potrebbero essere le mosse degli analisti. Moody’s oggi lascerà invaitao il raing Italia oppure procederà ad un declassamento? Per la verità i mercati non sembrano essere molto preoccupati su quello che sarà il verdetto degli analisti internazionali. Il Ftse Mib, infatti, si muove con una tranqullità che non si veeva da tempo. Mentre è in corso la scrittura del post, infatti, il paniere di riferimento di Borsa Italiana registra un rialzo dello 0,11 per cento a quota 17263 punti. L’indice ha raggiunto nel corso della mattinata un massimo intraday a 17429 punti prima di ripiegare sui livelli attuali come si può vedere dal grafico sottostante.

Rating Italia: cosa farà Moody’s oggi?

Attualmente Moody’s ha sull’Italia rating Baa3, appena un gradino al di sopra del livello junk ossia spazzatura. Un taglio del rating sovrano avrebbe un effetto devastante sul debito italiano. Se Moody’s dovesse decidere di declassare, allora il rating Italia scenderebbe al livello spazzatura. 

Non è necessario essere degli esperti di finanza per immaginare quanto una decisione simile possa essere dannosa per il debito sovrano italiano. Questo è fuori discussione. La vera domanda è però capire quanto questo scenario sia possibile e quanto invece esso sia solo frutto di timori fomentati anche dall’emergenza sanitaria-economica in atto. E’ vero che, tecnicamente, nulla vieta a Moody’s di tagliare il rating Italia ma, secondo la stragrande maggioranza degli analisti, il downgrade rappresenta un rischio remoto. 

Per la maggior parte degli esperti lo scenario più plausibile è Moody’s decida di rinviare le sue decisioni sul rating Italia al prossimo 6 settembre, data in cui è stato già calendarizzato un altro pronunciamento. Rinviare tutto, e quindi lasciare il rating all’attuale livello, significherebbe dare a Roma la possibilità di implementare il suo piano di ricostruzione economica post coronavirus. In sintesi una decisione di Moody’s già oggi non avrebbe senso. 

Rating Italia: cosa succede in caso di downgrade?

Ma cosa avverrebbe nel caso in cui Moody’s dovesse invece decidere di tagliare il rating italiano? Uno scenario simile avrebbe effetti pesantissimi sulla domanda estera di BTP anche perchè non si tratterebbe di una revisione al ribasso isolata visto e considerato che, nelle scorse settimane, erano stati gli esperti di Fitch a declassare il rating italiano. 

Oggi il giudizio delle tre sorelle Moody’s, Standard and Poor’s e Ficth è allineato al livello più basso della classe più alta ossia l’investment grade. Se ci dovesse essere un downgrade da parte di Moody’s allora l’allineamento verrebbe meno e si potrebbe aprire una pericolosa spirale ribassista dagli esiti imprevedibili.

Un taglio avrebbe come effetto il pagamento di interessi più alti sul debito e quindi un incremento dello spread Btp Bund. Insomma si metterebbe in moto il classico meccanismo a catena che verrebbe arginato solo grazie all’intervento della BCE senza il quale l’Italia sarebbe in balia della speculazione in un momento in cui servirebbe invece molta tranquillità.

Banche sotto ai riflettori

Tra le azioni che potrebbero registrare forti oscillazioni di prezzo in caso di un downgrade da parte di Moody’s ci sono quelle del settore bancario. A dimostrazione che tra i traders oggi l’idea prevalente sia quella di una conferma del rating Italia parte dell’agenzia internazionale, ci sono proprio gli andamenti su Borsa Italiana dei titoli bancari.

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Mentre è in corso la redazione del post, Intesa Sanpaolo segna un ribasso dello 0,73 per cento a quota 1,39 euro, Unicredit è in calo dello 0,43 per cento a 6,46 euro e Mediobanca sta perdendo lo 0,7 per cento a 5,1 euro. Come si può vedere si tratta di variazioni frazionali. In controtendenza rispetto all’andamento prevalente delle banche c’è poi il dato di Banco BPM. L’istituto nato dalla fusione tra Banco Popolare e Popolare di Milano registra un rialzo del 2,38 per cento a 1,11 euro collocandosi tra le migliori azioni di oggi. 

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