La risposta data dalla Banca Centrale Europea all’emergenza coronavirus non è piaciuta ai mercati azionari e gli investitori hanno reagito nel solo modo possibile: scappando dagli asset più a rischio. E’ con questa frase che può essere sintetizzata la seduta di Borsa Italiana oggi.

Partiamo dai dati di chiusura, terribili e mai visti in anni di esperienza nella comunicazione finanziaria: il Ftse Mib ha chiuso il giovedì nero con un ribasso del 16,92 per cento a quota 14894 punti. Stracciato il precedente primato negativo che era stato registrato in coincidenza con l’esito del referendum britannico sulla Brexit quando piazza affari perse il 12,5 per cento.

Per avere un’idea dell’ampiezza del disastro bisogna considerare quello che era il valore del paniere di riferimento di Borsa Italiana appena un mese fa. Il 12 febbraio la seduta del Ftse Mib si chiudeva poco sotto i 25mila punti. In appena un mese sono stati bruciati circa 10mila punti corrispondenti a centinaia di miliardi euro.

L’altissima tensione registrata sull’azionario è stata parallela a quanto avvenuto sull’obbligazionario. Lo spread Btp Bund, infatti, è arrivato fino a 273 punti base per poi chiudere attorno a 260 punti base. Il rally del differenziale è stato ovviamente causato da vendite massicce sui nostri BTP che evidentemente non sono stati difesi come in tanti si sarebbero aspettati dalla BCE.

Crollano tutte le borse europee

Le decisioni della BCE nel board di oggi non hanno determinato solo il crollo di Borsa Italiana e il rally dello spread. Contrariamente a quello che potrebbe pensare qualche complottista, a venire giù sono state tutte le borse europee.

E’ un bollettino di guerra l’elenco dei risultati dei principali mercati europei nella seduta di oggi 12 marzo: il Cac40 francese ha perso il 12,28 per cento, il Dax39 tedesco ha perso il 12,23 per cento e ancora l’Ibex35 ha rimediato un calo del 13,3 per cento. Su tutti gli indici citati non c’è stato un solo titolo che sia riuscito a salvarsi dalla mattananza.

Borsa Italiana oggi: le azioni peggiori

Bollettino di guerra sulle borse europee e bollettino di guerra anche all’interno del Ftse Mib. Ovviamente (ma questo è superfluo dirlo) non c’è stato un solo titolo che oggi non sia naufragato. Le azioni Poste Italiane hanno perso il 22 per cento, Juventus il 17 per cento, CNH Industrial il 17,2 per cento, UBI Banca il 19,5 per cento, Banco BPM il 16,16 per cento (clicca qui per l’analisi tecnica aggiornata) e ancora Atlantia il 22 per cento.

Un vero e proprio disastro quindi. Da segnalare che a registrare contrazioni molto violente sono stati anche i titoli del settore bancario che non hanno beneficiato delle decisioni, potenzialmente a favore delle banche, che la BCE ha adottato.

Perchè la BCE ha deluso

Andando a guardare l’andamento del Ftse Mib appare evidente l’intensificazione delle vendite a ridosso delle decisioni BCE prima e del discorso della Lagarde dopo. Ovviamente i mercati non sono crollati a causa della BCE ma quanto non avvenuto a Francoforte è stata una aggravante.

Ma perchè è avvenuto tutto questo? In pratica la BCE ha annunciato nuovi stimoli monetari per aiutare l’economia nella gestione dell’epidemia di coronavirus lasciando però invariati i tassi. Proprio la conferma del costo del denaro avrebbe scatenato il sell-off che ha poi affondato mercati che comunque erano già in sofferenza da questa mattina come si può leggere in questo articolo.

Da Francoforte sono arrivate solo misure di liquidità finalizzate a tessere una sorta di rete di protezione che scatterebbe nel caso in cui il sistema finanziario dovesse affrontare criticità ancora peggiori rispetto a quelli attuali causati dalla pandemia di coronavirus.

Gli stimoli della BCE sono stati offerti mediante nuove misure di long-term refinancing operation (LTRO) e di targeted long-term refinancing operation (TLTRO3).

Dall’EuroTower è anche arrivato l’annuncio di un pacchetto di acquisto di asset per 120 miliardi di euro che potrebbe andare in porto entro fine anno.

Tutto questo, è evidente, non è bastato. Attenzione però a non dare la colpa alla BCE per quanto avvenuto. Una modifica del capital key certamente avrebbe dato più fiducia al mercato ma, se l’EuroTower fosse andato in questa direzione, avrebbe fatto del puro finanziamento monetario che è illegale per statuto.

La verità è che la BCE ha armi spuntate e un potere che oramai è limitato. Il destino dell’Europa è nelle mani degli stati europei e senza un coordinamento delle politiche fiscali non ci potranno essere reali iniziative si supporto a famiglie e imprese.

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