Previsioni sui rendimenti BTP da rivedere a causa degli effetti dell’emergenza coronavirus sull’economia italiana. Un rallentamento economico forte, come quello che molti analisti prospettano, avrebbe conseguenze negative sui titoli di stato italiani e quindi anche sul rendimento dei BTP. 

Non solo la borsa, quindi, ma anche i titoli sovrani sono costretti a fare i conti con l’emergenza coronavirus. Alcuni semplici dati possono aiutare a mettere a fuoco quanto sta avvenendo: a causa delle notizie negative in arrivo dall’Italia, i BTP sono tornati nuovamente nel mirino degli investitori e si è assistito sulla curva ad un incremento del rendimento del BTP a 10 anni che in appena una settimana è passato dallo 0,91 per cento all’1,11 per cento. Difficile prevedere a questo punto quello che potrà accadere. Tutto, infatti, dipenderà dall’evoluzione dell’epidemia. Se i casi dovessero essere circoscritti, allora ci potrebbe essere una riduzione dei rendimenti dei titoli di stato. In caso contrario, invece, è ipotizzabile un rally. 

In fin dei conti la domanda su quando i rendimenti dei titoli di stato italiani si abbasseranno è strettamente legata a quella sulle tempistiche del cambio di trend delle borse.

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Fare delle ipotesi sull’andamento del rendimento dei BTP a seconda dei vari scenari, significa tenere in considerazione alcuni elementi. 

All’indomani dell’esito del voto in Emilia-Romagna, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, aveva affermato che il calo dello spread, inevitabile alla luce della fine delle tensioni politiche, avrebbe portato ad un risparmio di 400 milioni di euro nel corso del 2020. Tale risparmio sarebbe poi salito a 1,2 miliardi nel 2021 e a più di 2 miliardi nel 2022. Ebbene a causa dell’emergenza coronavirus, queste proiezioni non hanno più alcun valore. Infatti, uno degli effetti dell’epidemia, è la salita dello spread e quindi la tensione sulle finanze pubbliche.

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Considerando uno scenario a tassi fermi e predendo come riferimento il rendimento a 7 anni del BTP, è possibile notare come il livello sia salito di 20 centesimi, dallo 0,56 per cento del 21 febbraio allo 0,77 per cento di venerdì scorso. Se si considerano solo le missioni lorde a medio-lungo termine si conclude che ben due terzi dei risparmi citati dal ministro sono già evaporati. 

In questa fase il livello dei tassi è contenuto rispetto al 2019. Quell’anno, a causa delle tensioni politiche, i tassi volarono mentre, oggi, la tensione è comunque molto contenuta. Nell’ultimo collocamento, il BTP a 10 anni ha strappato un rendimento lordo annuale dell’1 per cento.

E’ ovvio che l’epidemia di coronavirus influisce e influirà ancora di più nelle prossime settimane se l’emergenza non dovesse essere contenuta. Sul mercato obbligazionario, infatti, è in atto un aumento dell’avversione al rischio tra gli investitori. Molti traders hanno già inziato a vendere BTP per comprare bund tedeschi considerati sinonimo di massimi affidabilità. Tuttavia, per fortuna, la situazione non è ancora quella di una fuga. Il rischio che ci potessero essere vendite massicce di BTP è stato scongiurato da una serie di elementi a partire dallo scudo BCE e dalle rassicurazioni che sono arrivate dal MEF.

Ad oggi infatti il Tesoro, per sua e nostra fortuna, ha già raccolto un quarto del fabbisogno 2020 ossia 60 dei 247 miliardi. Ci sono però 187 miliardi da raccogliere ed il problema è tutto lì. Sarà passata o no l’emergenza coronavirus quando si terrà la prossima asta?

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