Il comparto del lusso è tra i più esposti al coronavirus. Una dimostrazione dello stretto legame esistente tra diffusione del coronavirus in Cina e andamento dei titoli del comparto lusso si è avuta nei giorni scorsi su Borsa Italiana con il potente sell-off che ha affondato titoli come Salvatore Ferragamo o Moncler. 

Fondamentalmente questo rapporto di correlazione non deve assolutamente stupire. Da anni, infatti, le grandi società del settore del lusso radicano in Asia una parte consistente del loro giro d’affari. 

E così mentre le azioni delle società che sono impegnate nella ricerca di un vaccino al coronavirus registrano rally impressionanti in borsa (vale a dire a Wall Street come risulta da questo articolo), le big del settore lusso affondando sulle borse di tutto il mondo).

Le prospettive per i prossimi mesi non sono affatto positive. Gli analisti sono concordi nell’affermare che nel caso in cui la situazione non dovesse rientrare, ovvero se l’epidemia non dovesse essere circoscritta, ci sarebbero i primi seri impatti su andamento dell’economia mondiale in generale e cinese in particolare. E’ questo uno scenario estremamente svantaggioso per le grandi quotate del settore del lusso. 

Nel loro report gli analisti di Equita sim hanno messo in risalto che la diffusione del coronavirus è avvenuta in un momento in cui la Cina e i cinesi tutti si stavano preparando a festeggiare il Capodanno Cinese, un evento che da sempre ha determinato un’impennata nei flussi turistici. 

La Cina oggi rappresenta ben il 35 per cento della spesa nel lusso, di cui ben 2/3 al di fuori dei confini di Pechino. In base ai calcolo di Equita Sim l’esposizione delle big del lusso come le citate Moncler e Salvatore Ferragamo è pari a circa il 32-35 per cento del fatturato. In generale tutte le società del lusso sono molto esposte in Cina. L’unica parziale eccezione è rappresentata da Brunello Cucinelli che radica in Cina circa il 12 per cento del suo fatturato.

L’allarme di Equita sugli effetti del coronavirus sulle quotate del settore lusso è condiviso dagli analisti svizzeri di UBS secondo i quali esiste un evidente rischio di taglio delle stime di crescita nel caso in cui il coronavirus non dovesse essere contenuto (per l’aggiornamento in tempo reale sulla diffusione del Coronavirus si può fare riferimento a questo articolo). 

Nel più breve termine il settore lusso, hanno affermato da UBS, continuerà ad essere un osservato speciale poichè è ovvio che le notizie negative in arrivo dalla Cina impatteranno sull’andamento del turismo globale e sull’esposizione dei consumatori cinesi. 

Per quanto riguarda il parallelismo fatto da alcuni esperti tra impatto oggi del coronavirus sul settore lusso e impatto a suo tempo avuto dalla SARS sul comparto, UBS ritiene che non sia possibile fare alcun paragone. 

All’epoca della SARS, infatti, il consumatori cinesi rappresentavano appena il 10 per cento delle vendite del settore mentre oggi questa percentuale è salita a ben il 33 per cento. Infine c’è anche da considerare che il contesto macroeconomico odierno è completamente diverso rispetto a quello degli anni di sviluppo della temuta epidemia di SARS. 

Ad ogni modo sia UBS che Equita inducono a pensare che il comparto lusso in borsa sia destinato a restare a lungo sotto ai riflettori. 

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