Investire nel BTP a 30 anni conviene? Questa domanda è un classico di tutti quegli investitori che sono attratti dall’obbligazionario sovrano a lunga scadenza. Forse non tutti lo sanno ma sul mercato obbligazionario italiano oggi ci sono due BTP trentennali che, ovviamente, presentano cedola e rendimento molto diversi tra loro. 

Quindi quando si parla di investire nel BTP a 30 anni si dice tutto e nulla poichè in realtà ci sono, belli pronti, due BTP trentennali che presentano cedola e rendimento molto diversi tra loro. 

Bene: quali sono quindi questi BTP 30 anni su cui è possibile investire? Il primo è il BTP scadenza 1 settembre 2049, rendimento netto del 2,04 per cento e cedola del 3,85 per cento. Il secondo è il BTP scadenza 1 settembre 2050, rendimento del 2,15 per cento e cedola del 2,45 per cento. Del BTP trentennale scadenza 2050 ci eravano già occupati alcune settimane in questo articolo pubblicato al momento dell’emissione.

Nei prossimi paragrafi procederemo con l’esame dei due BTP 30 anni presenti sul mercato. Spetterà poi a te capire se investire nel BTP 30 anni conviene o no. 

BTP scadenza 1 settembre 2050: caratteristiche 

Il codice ISIN che identifica il BTP a 30 anni in scadenza l’1 settembre 2050 è il seguente: IT0005398406

Come già detto in precedenza, il BTP trentennale in questione paga una cedola annua lorda pari al 2,45 per cento il che corrisponde ad un interesse netto pagato ogni sei mesi pari all’1,07 per cento. L’interesse appare alto solo perchè sul BTP a 30 anni in oggetto si paga una tassazione agevolata del 12,50 per cento. 

Poichè la quotazione del BTP trentennale è allineata con il valore di rimborso, non ci saranno nè perdite e nè guadagni in conto capitale nel momento in cui scatta la scadenza. Nel mese di gennaio 2020 la quotazione del BTP 30 anni scadenza 1 settembre 2050 è pari a 100.

Il BTP trentennale presenta dei rischi? Ovviamente si. Il maggiore rischio che questo BTP corre è legato all’oscillazione del suo prezzo in presenza di una variazione del tasso di rendimento eventualmente imposta dal mercato. 

Giusto per fare un esempio: nel momento in cui il mercato dovesse chiedere il 4,15 per cento di rendimento, allora il prezzo del BTP trentennale crollerebbe del 34 per cento. Non pensate che questa ipotesi sia impossibile. E’ infatti sufficiente una risalita dello spread per creare questa situazione. Parallelamente può anche bastare una leggera disaffezione da parte degli investitori verso la carta italiana per determinare un crollo dei prezzi del BTP. 

BTP scadenza 1 settembre 2049: caratteristiche 

Il secondo BTP trentennale che è presente sul mercato italiano è il BTP scadenza 1 settembre 2049 che vieen identificato attraverso il codice ISIN IT0005363111.

Il BTP scadenza 2049 presenta una cedola che è più alta rispetto a quella del BTP 2050. Tuttavia, il prezzo del BTP a 30 anni 2049 è superiore rispetto al precedente titolo essendo la sua quotazione a fine gennaio 2020 pari a 130. 

Dal confronto BTP 2050 VS BTP 2049 emerge che, nonostante siamo in presenza in entrambi i casi di BTP a 30 anni, il titolo in scadenza nel 2049 ha un rendimento del 2,04 per cento netto contro il 2,15 per cento del precedente. Ad ogni modo, in caso di variazione dei tassi, ci sarebbe un effetto più limitato sull’andamento delle quotazioni del BTP. 

Anche nel caso del BTP scadenza 1 settembre 2049 non mancano i rischi. Parlare di rischi significa fare riferimento in primo luogo al rischio di oscillazione di prezzo. Quindi nel caso ipotetico in cui ci dovessere essere un aumento dei tassi di interesse, allora il prezzo del BTP 2049 scenderà immediatamente. 

BTP 30 anni convengono?

Nei precedenti paragrafi ho fatto un confronto tra i due BTP a 30 anni che oggi ci sono sul mercato obbligazinario italiano. Ci sono molte differenze tra i due titoli ciascuno dei quali è più o meno adatto a quelle che sono le esigenze specifiche dell’investitore. 

Tra i due BTP trentennali ci sono anche dei tratti i comune. I due titoli, infatti, essendo legati al rischio di oscillazione dei prezzi, sono più simili alle azioni che non ai titoli di stato (come invece dovrebbe essere). 

Questo è oggettivamente un problema con cui vi ritroverete a fare i conti. 

In conclusione nel momento in cui decidete di investire in BTP 30 anni, dovrete essere consapevoli che avrete rendimenti modesti a fronte di un rischio di ribasso che invece è elevato. 

Tuttavia questo “problema” può essere mitigato con opportuni accorgimenti. Combinando il BTP a 30 anni con prodotti finanziari a bassissima correlazione, il BTP permetterà di migliorare il profilo rischio rendimento del portafoglio di investimento. 

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