Il rischio che la crisi Iran Usa possa sfonciare in una guerra aperta tra i due paesi è alla base della decisione di molti analisti di rivedere al rialzo le stime su possibile andamento del prezzo del petrolio per il breve termine.

Dall’inizio dell’anno, infatti, le quotazioni petrolifere hanno segnato acquisti molto forti causati dalla sensazione che, dopo l’assassionio del generale iraniano Soleimani da parte degli americani, gli eventi in tutta l’area del Medio Oriente potessero precipitare. 

In un contesto generale in cui i report sul possibile ulteriore deterioramento del quadro geopolitico sono sempre più frequenti, la quotazione petrolio si è ulteriormente rafforzata con il contratto sul Brent che è salito fino a 68,42 dollari al barile e il WTI che ha registrato un balzo fino a 62,86 dollari al barile. Dopo l’apprezzamento registrato dalle quotazioni petrolifere nei giorni immediatamente successivi al raid che ha portato alla morte di Soleimani, il greggio ha rallentato la sua marcia. Dal punto di vista tecnico che si è quindi passati da un rally ad alta intensità a rialzi a passi più contenuti intervallati da momenti di assestamento. 

Al di là dell’andamento real time della quotazione petrolio, il sospetto che il greggio possa salire su livelli ancora più alti è molto diffuso tra gli operatori. In tanti anche oggi si chiedono fino a dove arriverà il prezzo del petrolio nel caso in cui la crisi tra Usa e Iran dovesse aggravarsi. Una intensificazione delle tensioni avrebbe infatti un impatto sull’offerta di petrolio e quindi sulle quotazioni di Brent e WTI.

Secondo gli analisti di ING, il rischio più imminente è che gli iraniani, per rappresaglia, possano decidere di attaccare le strutture petrolifere nel Golfo Persico. Un’azione di questo tipo avrebbe un impatto devastante sulle quotazioni petrolifere e ovviamente getterebbe ulteriore benzina in tutta l’area.

Per gli analisti di ING ogni deficit nella fornitura di petrolio sarebbe un ulteriore passo verso la fine dei tagli della produzione che sono stati decisi dall’OPEC (e ribaditi nel corso dell’ultimo meeting di Vienna che si è tenuto a dicembre 2019). 

Parlando di previsioni petrolio 2020, gli analisti di Mediobanca Securities ritengono che le quotazioni petrolifere possano presto salire verso gli 80 dollari al barile. Il boom del prezzo del petrolio sarebbe l’inevitabile scenario nel caso in cui la crisi Usa-Iran dovesse aggravarsi ancora. Gli esperti di Piazzetta Cuccia, però, invitano a non eccedere con il pessimismo poichè ogni calo di offerta di greggio verrebbe compensato (almeno in parte) dall’incremento della produzione da parte dell’Arabia Saudita. 

Se vuoi approfittare del possibile rally del prezzo del petrolio casuato dalla crisi Iran-Usa puoi provare il CFD Trading. Ad esempio ti suggerisco di prendere in considerazione la possibilità di aprire un conto demo su eToro, il famoso broker di social trading. eToro ti mette a disposizione tanti utili strumenti di analisi per meglio definire la tua strategia trading sul petrolio.

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Azioni da comprare con rally quotazione petrolio

A festeggiare per il balzo in avanti della quotazione petrolio non sono stati solo tutti quei traders che hanno attive posizioni long sul prezzo dell’oil ma anche gli investitori che guardano all’azionariato.

Circoscrivendo l’attenzione alla sola Borsa Italiana, ci sono alcuni titoli che vanno subito comprati. Le azioni da acquistare immediatamente per trarre profitto dal rally delle quotazioni petrolifere sono Eni e Saipem. Già la scorsa settimana, in coincidenza con l’apprezzamento del greggio, le azioni Saipem, le Eni e le Tenaris si erano messe in luce sul Ftse Mib con una forte progressione (fai riferimento all’articolo del 3 gennaio 2020: Azioni Saipem, Eni e Tenaris festeggiano rally quotazione petrolio: la situazione oggi).

Gli analisti di Mediobanca vantano una view bullish su Eni e su Saipem. Su entrambi i titoli gli esperti di Piazzetta Cuccia hanno rating outperform. I due titoli petroliferi sono top picks del settore energentico.

La sola Eni è tra le top picks di Goldman Sachs. Gli esperti americani, analizzado i possibili effetti del rally della quotazione petrolio, sui titoli oil hanno alzato il target price Eni da 19 a 20 euro confermando il rating buy. 

Le azioni Saipem, invece, sono da comprare per Equita e per Banca Akros. La sim milanese ha ribadito recentemente il rating buy su Saipem con target price a 5,4 euro mentre per Banca Akros il prezzo obiettivo sulla società engineering è 6,4 euro.

Sia Equita che Akros hanno posto l’accento sull’accordo intergovernativo tra Grecia, Israele e Cipro, riguardante la costruzione del gasdotto EastMed, che è stato firmato ad Atene il 2 gennaio scorso. 

Ti ricordo che per investire in azioni Saipem o Eni (o entrambe) non per forza di cose devi comprare le suddette azioni. Se non vuoi diventare azionista ma punti solo a fare speculazione, allora il possesso fisico delle azioni è inutile. E’ preferibile valutare la possibilità di investire in azioni Saipem o Eni attraverso il CFD Trading. Per operare sulle azioni di Borsa Italiana puoi aprire un conto demo IQ Option e scoprire perchè questo broker è molto apprezzato dai traders. Per non farti perdere tempo inutilmente, ecco il link con il quale puoi attivare la tua demo gratuita. 

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Azioni Saipem da comprare anche per Kepler Cheuvreux. Gli esperti, che sul titolo oil hanno un target price a 6,5 euro, hanno rivisto al rialzo le stime sull’eps, incrementandole del 12,5 per cento per il 2019 e del 14,5 per cento per il 2020. Gli analisti hanno anche incrementato le previsioni su raccolta ordini e su ricavi di Saipem. Il prezzo delle azioni Saipem su Borsa Italiana oggi segna un rialzo dello 0,43 per cento a quota 4,44 euro. 

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