Nell’ingrovigliato risiko del settore bancario, c’è un aspetto che accomuna le opinioni di tutti gli operatori: sarà Monte dei Paschi a far partire la fusione tra le banche italiane. La convinzione prevalente degli investitori è che una volta risolto il nodo Monte dei Paschi, saranno numerose le banche italiane che apriranno il dossier fusioni.
Nei giorni scorsi si era molto parlato di una possibile integrazione tra UBI Banca e Banco BPM. Ebbene secondo quella che ad oggi è l’opinione prevalente sui mercati, passi concreti in direzione di questa ipotesi potranno esserci solo dopo che sarà chiarito, una volta per tutte, quello che sarà il futuro di Banca MPS. Fino ad allora, nella migliore delle ipotesi, si potrà parlare di rumors e indiscrezioni su operazioni di M&A.
Adottando quetso punto di vista, diventa quindi centrale capire quello che sarà il futuro della banca toscana. A fare il punto della situazione è stato oggi Il Sole 24 Ore. Il quotidiano di Confindustria si è detto convinto che il destino di Monte dei Paschi sarà legato alla sua capacità di ridurre la mole dei crediti deteriorati. Solo tagliando in modo drastico il peso degli NPL, Monte dei Paschi potrà rendersi più appetibile dinanzi ad altre banche italiane.
Proprio sulla gestione dei crediti deteriorati ci sono state recentemente alcune importanti novità. Il Ministero del Tesoro, ad oggi il principale azionista di Banca MPS, ha proposto all’Unione Europea la scissione di un ammontare di crediti deteriorati compreso tra i 10 e i 14 miliardi a favore della ex SGA ossia Amco. La proposta del MEF è stata ufficializzata (quindi non si tratta di una semplice ipotesi) ed ora sarebbe al vaglio della Direzione della Concorrenza dell’Unione Europea alla cui autorità spetterà il giudizio finale.
C’è però un problema che, se visto da un altro punto di vista, può essere ritenuto un punto a favore dell’Italia. Secondo il Corsera la decisione definitiva della Commissione Europea arriverà solo dopo l’insediamento del commissario Margarethe Vestager. Quest’ultima sarà subito chiamata ad esprimersi per chiarire se l’idea del Tesoro italiano può essere autorizzata oppure se invece deve essere rivista configurandosi come aiuto di stato.
Considerando le tempistiche dell’insediamento, è molto probabile che il Tesoro presenti il suo piano alla Direzione UE della Concorrenza non prima di dicembre. Il MEF, quindi, ha tutto il tempo per elaborare una proposta chiara e precisa.
Secondo quanto affermato da Il Sole 24 Ore, la scissione dei crediti a rischio permetterebbe a Banca MPS di portare il suo NPE ratio sotto al 5% rispettando le indicazioni dell’autorità di regolamentazione. In pratica MPS si farebbe più bella e sarebbe pronta a fondersi con altre banche.
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