Il prezzo del petrolio va in ribasso e su Borsa Italiana si scatenano le vendite sulle azioni oil a partire da Saipem e Eni. In questa frase può essere racchiuso quello che avviene sul mercato azionario italiano fin da questa mattina. A fronte di un Ftse Mib che, nel primo pomeriggio, registra una flessione dell’1,2 per cento, i titoli del comparto petrolifero segnano ribassi molto più consistenti.

Più nel dettaglio, mentre è in corso la redazione del post, il prezzo delle azioni Saipem è in calo del 2,65 per cento a quota 4,18 euro mentre quello delle azioni Eni registra una flessione dell’1,3 per cento a quota 13,81 euro. Non va meglio al titolo Tenaris che è in ribasso dell’1,9 per cento a quota 9,42 euro. Insomma per il comparto oil oggi è davvero nera. Probabilmente il crollo delle azioni petrolifere di Borsa Italiana non spicca perchè anche altri comparti registrano ribassi consistenti. Nell’elenco delle quattro azioni peggiori del Ftse Mib oggi 25 settembre ci sono, oltre a Saipem, anche CNH Industrial, Amplifon e la “solita” Juventus che, dopo il tracollo delle ultime due sedute, anche oggi registra un ribasso del 3 per cento e crolla sotto quota 1,28 euro (per conoscere i motivi alla base del violento sell off sul titolo Juve si rimanda a questo articolo). 

Tornano all’andamento delle azioni oil sul Ftse Mib oggi, l’ondata di vendite è ispirata dal calo della quotazione petrolio. Mentre è in corso la scrittura del post, sia il greggio WTI che la versione Brent sono in forte rosso. Più nel dettaglio il contratto sul WTI è in calo del’1,6 per cento a 56,38 dollari al barile mentre il Brent registra un ribasso dell’1,67 per cento a quota 62,06 euro al barile. Dopo il rally innescato dall’attacco dei ribelli houti contro importanti raffinerie di petrolio collocate in Arabia Saudita, sembra ora essere arrivato il momento delle prese di profitto.

Il ritorno dei venditori è favorito dalle ultime notizie in arrivo da Riad. Il colosso saudita Aramco ha reso noto di aver già recuperato buona parte della produzione persa a seguito degli attacchi terroristici degli Houti. Con una settimana di anticipo rispetto alla tabella di marcia, la compagnia statale saudita sarebbe già tornata a pompare 11,3 milioni di barili al giorno. In pratica le prime indicazioni sembrano confermare che non ci saranno grandi problemi all’offerta globale di petrolio a seguito degli attacchi subiti dall’Arabia Saudita. 

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