Fin dall’apertura delle contrattazioni è in atto un deprezzamento molto forte delle azioni Moncler. Il titolo che fa riferimento all’omonima società produttrice di piumini è stato sommerso da vendite diventate via via sempre più marcate.
Mentre è in corso la scrittura del post, le quotazioni di Moncler segnano un ribasso del 4,54 per cento a quota 32,58 euro. Considerando che il Ftse Mib oggi 18 settembre sembra aver imboccato la strada del rialzo (+ 0,55 per cento a 21920 punti la performance dell’importante indice azionario), è evidente che Moncler stia pagando unicamente per notizie price sentive domestiche.
In effetti molti investitori mettono in relazione il crollo di Moncler su Borsa Italiana oggi con le dichiarazioni che sono state rilasciate dall’amministratore delegato del gruppo Remo Ruffini in merito alle possibili ripercussioni della crisi politico-sociale di Hong Kong sul fatturato del gruppo. Ruffini si è detto molto prudente e ha affermato che la situazione a Hong Kong è difficile ma è anche difficile la situazioen in molte aree del sud est asiatico come Macao e Taiwan. La speranza di Ruffini è che le stime di crescita fornite dal mercato e dagli analisti per il gruppo del lusso possano trovare conferma e supporto nei numerosi progetti di crescita avviati dall’azienda nonchè nell’attitudine alla flessibilità che ha sempre caratterizzato Moncler.
Le nuove dichiarazioni più improntate alla prudenza di Ruffini arrivano dopo le indicazioni ottimistiche che lo stesso amministartore delegato di Moncler aveva espresso nel corso della presentazione dei conti semestrali della società.
In quella circostanza il manager aveva ipotizzato uno scenario di ulteriore crescita per il gruppo nel corso del 2019. Il management della società aveva anche confermato la strategia di sviluppo internazionale e il consolidamento dei mercati core.
Il peso di Hongg Kong e degli altri scenari caldi sul fatturato complessivo di Moncler non è indifferente ma è al contrario molto marcato. Stando agli ultimi dati di bilancio disponibili e considerando questi come punto di riferimento, per Moncler Hong Kong vale ben il 6-7 per cento del fatturato di gruppo. Aggiungendo ad Hong Kong anche il peso di Macao e Taiwan, allora il valore sale in un intervallo compreso tra l’8 e il 9 per cento. Il Sud Est asiatico, quindi, è centrale per il fatturato di Moncler e proprio l’Asia è uno dei mercati principali della società. E’ proprio per questo motivo se oggi, non appena le parole di Ruffini sono rimbalzate sui media, molti investitori hanno preferito vendere le azioni Moncler che sono crollate ai minimi da gennaio 2019.
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