Lo scenario che porta ad una fusione tra Banca Carige e BPER Banca, per quanto poco probabile, non è del tutto inverosimile. Nell’intricata mattassa per il salvataggio di Banca Carige, si torna a parlare oggi di un possibile intervento dell’ex Banca Popolare dell’Emilia Romagna.
A fare il punto sul ritorno della vecchia ipotesi che porta a BPER Banca, è stata l’edizione di oggi de Il Sole 24 Ore. Il quotidiano di Confindustria ha ripreso le parole usate ieri dall’amministrazione delegato di BPER Alessandro Vandelli nel corso dell’assemblea straordinaria dei soci. Il manager ha affermato che una banca può oggi guardare a Banca Carige, e quindi pensare di intervenire per salvarla, solo ed esclusivamente se l’operazione non dovesse avere alcun impatto sul capitale della banca disposta ad intervenire. In pratica per Vandelli solo se l’impatto dell’intervento dovesse restare neutro, si potrebbe pensare ad un intervento di salvataggio.
Le parole dell’amministratore delegato di BPER non stipiscono anche perchè era da tempo risaputo che nessuna banca avrebbe esposto il suo capitale ai rischi derivanti da una partecipazione ad un piano di salvataggio. E’ più che comprensibile che non ci siano istituti disposti a sacrificare loro risorse per salvare la disastrata Banca Carige dalla liquidazione.
Fatta questa precisazione è però evidente che le dichiarazioni di Vandelli, come riportato da Il Sole 24 Ore, contribuscano a lasciar aperta la porta ad un possibile intervento di BPER Banca su Banca Carige. Le parole del manager dell’ex Popolare Emilia Romagna sono arrivate in una circostanza molto particolare. Vandelli ha infatti fatto riferimento al salvataggio di Banca Carige nel corso dell’assemblea straordinaria di BPER Banca che era stata chiamata ad approvare l’aumento di capitale da 171 milioni riservato alla Fondazione di Sardegna e l’emissione di obbligazioni subordinate At1 riservate all’istituto sardo (entrambe queste operazioni rientrano nell’acquisizione delle quote di minoranza del Banco di Sardegna).
Ma come può una banca intervenire per salvare Carige in modo neutro? La risposta la fornisce lo stesso quotidiano di Confindustria secondo il quale l’unico modo affinchè l’impatto sul capitale della banca sia neutro è che sia lo Stato ad agevolare gli esuberi e a dare garanzie precise sugli attivi. La richiesta di queste condizioni che BPER Banca ha posto per intervenire su Banca Carige ricorda molto da vicino quanto avvenuto con le banche venete. A salvare Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza fu si Intesa Sanpaolo ma solo perchè lo Stato offrì precise garanzie. In pratica l’unica strada percorribile per il salvataggio di Banca Carige da parte di altre banche è quella di replicare quanto avvenne con le banche venete.
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