Dopo il fallimento dell’opzione Apollo, il piano di salvataggio di Banca Carige inizia a delinearsi con precisione. Stando ad alcune indiscrezioni di stampa apparse sull’edizione di oggi de Il Sole 24 Ore, il salvataggio di Carige sarà pubblico/privato. Per la banca ligure in piena crisi, quindi, si prospetta una soluzione mista che sarà articolata in più passaggi.
Secondo il quotidiano di Confindustria, una cordata tra soggetti privati e soggetti pubblici dovrebbe impedire alla crisi di Banca Carige di precipitare. Il piano di intervento pubblico/privato scongiurerebbe il rischio serissimo che la banca ligure corre di finire in ricapitalizzazione precauzionale o addirittura, la peggiore delle ipotesi, in liquidazione coatta.
La parola d’ordine è quella di organizzarsi e fare presto anche per recuperare il tempo perso a causa dei fuochi di paglia americani (BlackRock, prima, e fondo Apollo, dopo).
Il Sole 24 Ore, fornisce anche i nomi dei soggetti bancari che potrebbero partecipare alla struttura di intervento per il salvataggio di Banca Carige. Alcuni di essi sono noti altri, invece, lo sono meno. Tra gli istituti pubblici pronti a scendere in campo (anche se sulla volontarietà di questo atto si potrebbero scrivere libri interi) ci sono il Microcredito Centrale Banca del Mezzogiorno e, addirittura, il Credito Sportivo. Il primo nome non è nuovo visto che già nei giorni scorsi si era parlato di possibile intervento del Microcredito mentre il secondo, ossia quello del Credito Sportivo, lo è.
Sempre secondo Il Sole 24 Ore, la somma necessaria per una prima messa in sicurezza di Banca Carige dovrebbe collocarsi tra i 700 e gli 800 milioni di euro. Questa cifra consetirebbe a Carige di raggiungere alcuni obiettivi minimi eppure molto importanti per la sua stessa sopravvivenza. In particolare la somma verrebbe impegnata puntellare il patrimonio, procedere con la cessione di crediti deteriorati pari a oltre 3 miliardi, che sarebbero ceduti alla SGA, e, in ultimo, riuscire a tornare a muoversi sul mercato in autonomia. Un piano semplice ma allo stesso tempo ambizioso in considerazione di quelle che sono le condizioni di partenza di Banca Carige. Oggi la banca ligure presenta condizioni di fragilità estrema ed è per questo motivo sotto costante monitoraggio da parte della Banca Centrale Europea. Se il piano di salvataggio pubblico/privato dovesse andare in porto, l’istituto genovese di rafforzerebbe e la vigilanza della BCE non sarebbe pià necessaria.
La strada per il salvataggio di Banca Carige è lunga e il tempo stringe sempre di più.
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