Stando a un’indiscrezione rilanciata dal quotidiano Il Messaggero, Atlantia starebbe per diventare l’azionista di Alitalia con una quota del 35%. Andrebbe pertanto a completarsi il quadro dei “quattro” nuovi soci della compagnia aerea, unitamente a Ferrovie dello Stato (35%), Delta Airlines (15%) e lo Stato italiano attraverso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (15%).
Peraltro, si tenga conto come la stessa fonte chiarisca che Ferrovie e Atlantia (che insieme avrebbero il 70% della nuova società) avrebbero già condiviso diversi spunti strategici e i principi di governance, che consentirebbe a Delta Airlines (unica compagnia aerea a intervenire nell’operazione) di nominare l’Amministratore Delegato della nuova Alitalia.
Allo stesso tempo, a conferma di tale quasi ufficialità, il vice primo ministro Salvini ha dichiarato in un’intervista che Atlantia è il partner naturale di Alitalia, suggerendo che una intesa definitiva potrebbe essere raggiunta molto presto. Ricordiamo che il 15 giugno scadono i termini per trovare una soluzione, considerato che in tale data scade l’originario piano di salvataggio dell’azienda.
A questo punto, rimane da capire quali saranno gli impatti sulle azioni Atlantia. Un simile investimento (probabilmente di 300-400 milioni di euro) costituirebbe il secondo impegno per entità nella strategia di allocazione del capitale del gruppo. Tuttavia, una simile mossa potrebbe certificare una posizione meno conflittuale da parte del governo nei confronti di Atlantia, con diversi positivi risultati, come ad esempio l’eventuale sospensione dell’indagine in corso sul collasso del ponte Polcevera, che potrebbe innescare l’inizio della revoca della concessione ASPI, o ancora lo sblocco di oltre 4 miliardi di euro di capex relativi al progetto genovese, o ancora evitare la possibilità che Atlantia possa fare i conti con un nuovo sistema tariffario più sfavorevole.
In relazione alle previsioni azioni Atlantia si ricorda che agli attuali prezzi di mercato attuali, la società continua ad essere penalizzata dall’incertezza sulle implicazioni finanziarie legate al crollo del ponte di Genova avvenuto lo scorso agosto.
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