La proposta di fusione FCA Renault è andata ufficialmente a pezzi ed è quindi logico attendersi immediati effetti sulle rispettive azioni in borsa. Per le azioni Fiat Chrysler e per le Renalut (quotate, rispettivamente, su Borsa Italiana e sul Cac della borsa di Parigi) si annuncia quindi un 6 giugno ad alta tensione. Allo stato attuale dei fatti conseguenze significative su due titoli appaiono scontati poichè lo stop alla fusione tra le due case automobilistiche era considerato, fino a ieri sera, lo scenario meno probabile.
In altre termini da giorni la fusione FCA Renault era considerata quasi cosa fatta. Contrariamente alle previsioni, invece, ieri sera è successo l’irreparabile. I toni con cui FCA ha ritirato la proposta di fusione dal tavolo delle trattative sono la manifestazione evidente della drammaticità della situazione. Allo stesso modo anche il fatto che il consiglio di amministrazione di Renault, chiamato a decidere se accettare o meno la proposta di integrazione con il gruppo italo-americano, si sia impantanato in sei ore di discussione per poi decidere di non decidere rappresenta un ulteriore segnale della drammaticità di quanto avvenuto ieri.
Il dato certo è che ad oggi non esiste più alcuna proposta di fusione FCA Renault. Ciò che invece resterà un mistero sarà quanto avvenuto iere sera e soprattutto questa notte sull’asse Parigi Torino.
In pratica Fiat Chrysler ha ritirato la sua offerta, concretizzatassi dopo sei mesi di trattative fittissime con i francesi, a seguito della decisione del consiglio di amministrazione di Renault di chiedere altro tempo per esaminare la proposta. Renault, a sua volta, aveva chiesto una proroga della fase di esame a seguito dell’incapacità di riuscire ad arrivare ad una conclusione nonostante un CdA fiume. In realtà l’incapacità di Renault di arrivare ad una decisione è stata un effetto della richiesta dello Stato francese, azionista con il 15 per cento del gruppo automobilistico, di ottenere una proroga della fase di esame. E’ stato quindi il governo francese a mettere Renault nelle condizioni di non riuscire a chiudere un accordo con FCA che pareva fatto.
Così, a causa della posizione attendista dei francesi, in poche ore tutta l’architettura finanziaria che gli emissari di FCA e di Renault avevano creato in mesi e mesi di trattattive segrete è andata praticamente in pezzi.
Il comunicato stampa con cui FCA ha annunciato il ritiro della proposta di fusione si chiude con un duro atto di accusa indirizzato non tanto a Renault quanto all’ingombrante azionista statale. “non vi sono attualmente in Francia le condizioni politiche perché una simile fusione proceda con successo” ha affermato il Lingotto.
Da questa frase gli investitori devono oggi ripartire per capire come posizionarsi sulle azioni FCA e Renault. Intanto gli analisti hanno rivisto il rating e il target price su FCA a seguito del fallimento della fusione.
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