Vendite diffuse su tutte le azioni delle banche su Borsa Italiana oggi 5 giugno. Mentre fino alla prima parte della seduta, il sell off era circoscritto alla sola Unicredit (e innescato dalle indiscrezioni sull’accantonamento dell’ipotesi di fusione Commerzbank Unicredit), a partire da mezzogiorno circa sono tutte le principali azioni del settore bancario ad essere in crisi. I numeri non lasciano spazio a dubbi. A fronte di un Ftse Mib che registra un ribasso dello 0,9 per cento a quota 20048 punti, le principali banche di Borsa Italiana perdono oltre il 2 per cento.
L’elenco delle azioni peggiori di oggi 5 giugno, quindi, assomiglia ad un vero e proprio bagno di sangue. Mentre è in corso la scrittura del post, le azioni Unicredit crollano del 3,4 per cento restando appena sopra i 10 euro per azione. Profondo rosso anche per le azioni UBI Banca che segnano un calo del 2,57 per cento a quota 2,31 euro e per le azioni del Banco BPM che sono in flessione del 2,32 per cento a quota 1,66 euro. Forti vendite anche sulle Intesa Sanpaolo che perdono il 2,28 per cento scendendo a 1,82 euro. Il crollo delle banche di oggi si riflette su quelle che sono le specifiche performance su base mensile e annua. Senza scendere nei dettagli specifici, a causa del crollo di oggi, il rosso mensile e annuo delle banche è logicamente aumentato ancora.
Ovviamente questo bagno di sangue sulle banche italiane ha motivi ben precisi. La raffica di vendite è partita non appena si è diffusa la notizia della decisione della Commissione UE di raccomandare al Consiglio UE l’avvio di una procedura di infrazione contro l’Italia che, se varata, potrebbe portare ad una maxi-multa contro Roma. Il passo formale della Commissione UE non significa in automatico procedura di infrazione contro l’Italia visto che il Consiglio UE potrebbe anche non approvare la proposta. Tuttavia la mossa di Bruxelles apre ufficialmente le ostilità contro l’Italia ed attesta che le istituzioni europee non vogliono far finta di nulla dinanzi alla decisione italiana di aumentare il suo debito.
La nota della Commissione UE è molto circoscritta laddove si afferma che l’Italia non ha rispettato la “regola del debito nel 2018, nel 2019, e non lo farà neanche nel 2020“. Alla luce di tale accusa, la procedura per debito eccessivo è giustificata secondo la Commissione Europea.
Nel rapporto dei commissario emergono le dimensioni delle inadempienze italiane. Nel 2018, ossia lo scorso anno, l’Italia ha sforato di 7,5 punti percentuali il debito-Pil previsto in precedenza. Se i dati sul 2018 sono negativi, le stime sul 2019 e ancora più sul 2020 sono del tutto dramamtiche. Secondo la Commissione UE ci dovrebbe essere uno sforamento di 9 punti percentuali sul rapporto debito PIL Italia 2019 e di ulteriori 9,5 punti percentuali sul rapporto debito PIL Italia 2020.
E’ dinanzi a questi dati che mentre sul fronte obbligazionario è andato in onda l’ennesimo allargamento dello spread Btp Bund, su Borsa Italiana è andato in onda il crollo delle azioni del settore bancario.
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