Una nuova fusione in vista per il Banco BPM? A leggere l’intervista dell’amministratore delegato della banca nata dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano sembrerebbe proprio di si. Intervistato da Affari & Finanza, il noto inserto economico settimanale allegato al quotidiano La Repubblica, Giuseppe Castagna ha aperto la porta ad una possibile nuova integrazione.
Le parole di Castagna, pur non aggiungendo nulla di nuovo, confermano la prenza di un dossier fusioni tra banche italiane che, comunque, ad oggi è ancora tutto da scrivere. Ma cosa ha dichiarato il numero uno della banca nata sull’asse Milano-Verona e perchè le sue parole potrebbero oggi condizionare l’andamento delle azioni Banco BPM su Borsa Italiana? Andiamo con ordine.
Nel corso dell’intervista rilasciata al supplemento de La Repubblica, il manager ha anzittutto fatto il punto sulla stato di salute della sua banca. Castagna ha dichiarato che negli ultimi tempi si è registrato un aumento dei depositi e una flessione dei crediti deteriorati. L’incremento dei depositi è stato causato dalla decisione degli stessi correntisti di lasciare il denaro sui rispettivi conti. La flessione del volume degli NPL, invece, è stata un effetto della cessione di ben 20 miliardi di esposizioni problematiche contro gli 8 miliardi di crediti problematici precedentemente indicati. Il mix tra incremento della cessione degli NPL e aumento dei depositi ha ovviamente determinanto un rafforzamento dello stato di salute della banca.
Passando poi a possibili operazioni di M&A da realizzare nel fututo, Castagna non ha fatto giri di parole affermendo che una fusione è inevitabile se l’obittivo è quello di crescere ancora. Ad ogni modo, ha poi aggiunto Castagna, una eventuale operazione di aggregazione con altra banca non porterà mai Banco BPM sullo stesso livello di Unicredit o di Intesa Sanpaolo. Banco BPM, quindi, resterà una banca dalle dimensioni più contenute rispetto a quelle dei colossi del settore ovvero della banca guidata da Mustier e di quella amministrata da Messina.
Fermo restando questa premessa, ha poi proseguito Castagna, Banco BOM guarderà a quelle che sono le areee più industrializzate del Paese come è sempre stato nella sua tradizione.
Se da un lato le parole di Castagna avvicinano la possibilità di dfar finalmente partire il dossier fusioni tra le banche italiane, dall’altro lato allontanano questa ipotesi. Nella parte finale della sua intervista l’amministratore delegato di Banco BPM ha affermato che per avviare ogni studio su una eventuale fusione servirebbero alcune condizioni ambientale che ad oggi non ci sono ossia un quadro macro più lineare e una politica più chiara che consenta di capire in quale direzione sta andando il Paese.
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