Tutti i riflettori ieri erano puntati su Nexi; la società che offre servizi e infrastrutture per il pagamento digitale, ha finalmente fatto il suo debutto a Piazza Affari.
L’esordio è avvenuto a 8,75 euro, a fronte dei 9 euro del prezzo di collocamento, con una capitalizzazione iniziale di 5.7 miliardi di euro, incluso l’aumento di capitale da 700 milioni riservato al mercato.
L’IPO di Nexi è stata un grande successo e si è conclusa con il tutto esaurito. La società ha messo sul mercato 256.915.812 azioni, per una raccolta totale di 2,3 miliardi di euro.
Il flottante delle azioni sarà pari al 35,6% del capitale sociale, incrementabile fino a 40,9% a seguito dell’eventuale esercizio dell’opzione greenshoe da parte dei collocatori.
Con il 62,6% del capitale, il maggior azionista di Nexi risulta essere ancora Mercury UK. In caso di esercizio dell’opzione greenshoe, tale percentuale scenderà al 57,3%.
Dopo l’euforia iniziale il titolo ha chiuso la sua prima sessione con il segno rosso, in ribasso di circa il 4%. Oggi, in una sessione per ora poco volatile, Nexi recupera leggermente terreno e scambia attualmente a quota 8.51, in rialzo dello 0,8%.
Conosciamo meglio Nexi
Nexi, la ex CartaSì, è guidata dall’a.d. Paolo Bertoluzzo e gestisce più di 41 milioni di carte di pagamento e 2,7 miliardi di transazioni ogni anno.
Ha 890 mila punti vendita convenzionati, 1,4 milioni di terminali POS, 446 miliardi di euro di transazioni, 13,5 mila ATM su tutto il territorio nazionale e 420 mila imprese che utilizzano i servizi Corporate Banking Interbancario.
Nel 2018 ha registrato ricavi operativi netti per 931 milioni di euro, con un Ebitda “normalizzato” di 424 milioni; l’utile netto è stato di 21.5 milioni di euro.
La posizione finanziaria netta negativa al 31 dicembre 2018 ammontava a 2,6 miliardi di euro. Grazie al recente aumento di capitale sociale, l’indebitamento si ridurrà di 700 milioni.
Per l’esercizio 2019 la società ha deciso di non distribuire il dividendo.
A cura di Matteo Oddi di EXANTE
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