L’obiettivo categorico di Banca Carige (le cui azioni sono ancora oggetto di sospensione su Borsa Italiana) è quello di arrivare ad una fusione nel più breve tempo possibile. Nel nome di questa ipotesi di fusione verranno adotatte tutta una serie di misure atte a rendere fattibile questa operazione. E’ questo ragionamento il perno attorno al quale ruoto il piano industriale della banca ligure che è stato presentato ieri. Il business plan è molto articolato e prevede, tra le tante altre misure, anche un aumento di capitale e una raffica di nuovi esuberi. La stragrande maggioranza delle misure presenti nel nuovo piano industriale di Banca Carige ha un solo minimo comun denominatore quello di spianare la strada alla fusione. C’è la consapevolezza, ma questa non è affatto uan novità, che il futuro di Banca Carige possa passare solo attraverso un processo di aggregazione. Ora è ovvio (e questo spiega la natura stessa dei dettagli del piano industriale) che per arrivare ad una fusione Banca Carige deve tornare ad avere un certo appeal altrimenti nessun compratore dotato di intelligenza sarebbe disposto a fare passi in avanti verso CariGenova. 

Premesso tutto questo, il piano industriale della banca apre la porta ad una possibile fusione entro il mese di giugno. Guardando il calendario è possibile dedurre come ci siano ad oggi appena 4 mesi per arrivare una aggregazione. Si tratta di un intervallo di tempo molto breve o molto lungo, dipende dai punti di vista.

In questo articolo su Banca Carige si è fatto riferimento alle tempistiche della fusione e al senso dell’operazione ma non è stato fatto cenno alla banca con la quale Carige dovrebbe fondersi. Questo non è un caso. Ad oggi, dopo indiscrezioni di ogni tipo che erano circolate nei mesi scorsi, non c’è certezza alcuna sull’identità della controparte con cui verrà realizzata la fusione di Banca Carige. Ad oggi quello che è certo è che a bussare al portone di Banca Carige non è stata alcuna banca ma solo una serie di fondi. Si sarebbero fatti avanti la divisione private equity dell’asset manager Usa Blackrock e di Apollo ma sono anche circolati i nomi di Värde Partners e Barents. E le banche italiane non sono interessate alla fusione con Banca Carige? I fatti ad oggi non solo dicono di no ma evidenziano anche che un eventuale intervento di istituti italiani su Carige sarebbe possibile solo a condizioni e garanzie ben precise.

Novità sulla fusione di Banca Carige potrebbero esserci già nei mesi prossimi visto e considerato che già ad aprile dovrrebbero arrivare le prime manifestazioni di interesse per CariGenova. I risparmiatori sono alla finestra.

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