Nuovi prestiti obbligazionari per Eni. Il consiglio di amministrazione della società petrolifera ha deciso la possibile emissione di uno o più bond da collocare presso investitori istituzionali. Le nuove obbligazioni Eni, quindi, non sono destinate al pubblico retail ossia ai singoli investitori privati. In base alla delibera del consiglio di amministrazione, l’ammontare complessivo delle obbligazioni non sarà comunque superiore a 3 miliardi di euro o equivalente in altra valuta. I nuovi prestiti obbligazinari dovranno essere emessi in una o più tranche entro il 31 dicembre 2020. L’operazione di emissione, quindi, è a lungo termine. Il ricorso a nuovi bond è stato giustificato in considerazione della necessità di garantire alla società il mantenimento di una struttura finanziaria equilibrata. 

La decisione del consiglio di amministrazione potrebbe offrire spunti operativi al titolo su Borsa Italiana oggi. Il prezzo delle azioni Eni sul Ftse MIb riparte, nell’ultima di Ottava, da 14,35 euro e da una performance praticamente piatta nel corso dell’ultimo mese. 

I fattori di visibilità per le azioni Eni non mancano. Nel corso delle ultime settimane Eni ha effettuato l’acquisizione di numerose concessioni in Medio Oriente. Complessivamente la società ha molto consolidato la sua presenza nell’area mediorientale attuando progressivamente quella strategia di diversificazione del portafoglio esplorativo che è uno dei capisaldi di Eni. In quest’ottica rientra quanto avvenuto lo scorso sabato 12 gennaio con la firma ad ad Abu Dhabi di due accordi per l’acquisizione di una partecipazione del 70 per cento in due concessioni esplorative offshore.

Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di Eni Descalzi ha ribadito che la cash neutrality di Eni ossia la generazione di cassa che copre investimenti e dividendi è pari a 50-55 dollari al barile e pari a 30-35 dollari al barile nell’esplorazione grazie alla stabilità del livello di investimenti e al miglioramento del portafoglio. Nel corso della presentazione dei risultati del terzo trimestre, Eni aveva annunciato che la cash neutrality previsat per l’intero 2018 ammontava a 55 dollari al barile.

Una positiva reazione del titolo Eni alla notizia dell’emissione di nuovi bond per i soli istituzionali ptrebbero trovare ulteriore supporto anche nell’andamento della quotazione petrolio. Questa mattina sia il petrolio WTI che il petrolio Brent sono in rialzo. Grazie alle recenti comunicazioni dell’OPEC in merito all’effettiva riduzione dell’ammontare dell’offerta globale di greggio, la quotazione petrolio registra un apprezzamento cos’ quantificabile: +1 per cento per il WTI a 51,59 dollari al barile e 0,93 per cento a 61,95 dollari al barile per il Brent (dati in tempo reale). 

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