Le lettere inviate dalla Vigilanza BCE alle banche italiane hanno determinato il crollo delle azioni degli istituti bancari su Borsa Italiana. Il sell off di ieri è stato generalizzato ma si è manifestato con intensità diversa a seconda dei titoli. Il prezzo delle azioni MPS, Banco BPM, BPER Banca e UBI Banca ha registarto un ribasso molto forte mentre la quotazione di Unicredit e quella di Intesa Sanpaolo, pur in ribasso, ha contenuto le perdite. Gli investitori, a seconda del peso della banca, quindi, hanno dato una percezione diversa alla richiesta della BCE di attuare politiche più stringenti nei confronti dei crediti deteriorati. Il fatto che tutte le azioni delle banche siano crollate su Borsa Italiana conferma che gli NPL sono un vero e proprio tallone d’Achille per tutto il sistema bancario del Paese altrimenti non ci sarabbe stata questa corsa a vendere (con intensità diversa) i titoli del settore bancario (malissimo Banco BMP, BPER Banca e UBI Banca sul Ftse Mib).

Mentre i traders si interrogano sulla possibilità, tecnica, che su Borsa Italiana oggi le azioni delle banche tornino ad essere comprate e quindi riescano nel rimbalzo, molti analisti hanno fornito utili contributi per aiutare a capire quali azioni delle banche italiane oggi sono più a rischio. Il fatto che ci siano titoli a rischio fa parte di un’esame di lungo termine che non intacca minimamente la possibilità che le azioni delle banche su Borsa Italiana oggi possa rimbalzare. 

Secondo gli analisti di Banca IMI, l’avviso della BCE, in realtà, è quasi una non notizia visto che tutti sapevano che il processo di derisking delle banche italiane era ancora lungi dall’essere a buon punto. Partendo da tale premessa, Banca IMI ritiene che un approccio come quello tenuto da Banca MPS (che diventa quindi da esempio) potrà consentire alle banche italiane di fare passi in avanti per quello che riguarda la cessione degli NPL. Mediobanca, invece, non ha una view positiva sulle banche italiane. Secondo gli esperti, gli istituti italiani già nei mesi scorsi hanno dovuto affontare l’erosione del Common Equity Tier 1 a causa dell’andamento dello spread e questo non è stato un aiuto alle politiche di cessione degli NPL.

Piazzetta Cuccia ha quindi calcolato quello che potrebbe essere l’impatto sugli utili delle banche italiane derivante dalla richiesta della BCE di un maggiore impegno sui crediti deteriorati. Secondo Mediobanca la ricaduta nel 2019-2026 sarebbe negativa per circa il 17 per cento. A livello di utile, l’impatto maggiore sarebbe per Banca Monte Paschi con ben il 62 per cento. A seguire ci sarebbero quindi Banco BPM con il 52 per cento, UBI Banca con il 47 per cento e BPER Banca con il 39 per cento. Molto meno pesante sarebbe l’impatto su Unicredit e su Intesa Sanpaolo. Nel primo caso l’impatto della copertura sarebbe del 7 per cento mentre nel secondo del 14 per cento. Le due più importanti banche italiane quotate su Borsa Italiana confermano quindi di essere più avanti rispetto alle altre. 

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