Il Corriere del Ticino di Lugano non ha dubbi: dopo aver interpellato alcuni gestori patrimoniali italiani, emerge come la manovra finanziaria del governo Conte abbia indotto molti risparmiatori tricolori a spostare i propri capitali nelle banche svizzere e, soprattutto, in quelle più vicine ticinesi.

La Svizzera – emerge dal report condotto dal quotidiano – viene considerata come un approdo sicuro per i propri risparmi, un safe haven dove poter collocare i propri soldi in attesa delle ripercussioni della manovra finanziaria.

Rimane tuttavia da capire se ci si trovi dinanzi a un fenomeno passeggero o è un trend che potrebbe consolidarsi con ancora maggiore incisività nei prossimi mesi. E, ancora, rimane da comprendere se il fenomeno della migrazione dei soldi in Svizzera sia naturalmente indotto dalle conseguenze possibili della manovra, oppure sia un legittimo trasferimento di denaro, pianificato, in seguito all’accordo che prevede lo scambio automatico di informazioni fiscali con la Svizzera, e che siano dunque parte dei miliardi di euro che erano già rientrati in Italia con la voluntary disclosure.

Sono sempre i gestori patrimoniali a sottolineare come un altro dei comuni timori che al momento sta interessando il comportamento di molti risparmiatori che stanno migrando parte delle loro proprietà in Svizzera sia del fatto che c’è il timore di una possibile patrimoniale, ovvero di un prelievo forzoso sui risparmi dei cittadini.

Insomma, la situazione appare essere ricca di diverse interpretazioni e di differenti sfaccettature. E, in ogni caso, caratterizza un comportamento difficilmente contestabile: spostare anche una parte del proprio patrimonio in un altro Paese comporta infatti una significativa riduzione del proprio rischio. Soprattutto se, in fin dei conti, quel Paese è la Svizzera…

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