Lo spread BTP BUND nella seduta di ieri ha raggiunto un nuovo massimo a 310 punti base causando, inevitabilmente, il crollo del Ftse Mib con le azioni delle banche (BPER Banca, Unicredit, Banco BPM, Intesa Sanpaolo e UBI Banca) che hanno subito perdite molto consistenti e, in alcuni casi, significative anche da un punto di vista tecnico. L’allargmento del differenziale tra il rendimento del titolo decennale italiano e quello del pari titolo tedesco è stato causato dalla prima secca bocciatura che il DEF 2018 recentemente approvato dal governo italiano ha ottenuto in sede europea. Alla Commissione UE quel target deficit PIL al 2,4 per cento voluto per concedere reddito di cittadinanza e quota 100 per le pensioni, non piace. 

Il segnale della rapida crescita del rischio Italia, come avvenne già in passato, è rappresentato dall’andamento dello spread BTP BUND e dall’andamento della curva dei rendimenti che, non a caso, nella seduta di ieri si è completamente appiattita. Il crollo delle azioni delle banche su Borsa Italiana è un effetto dell’altissima tensione in ambito obbligazionario ossia sui titoli di stato. Ma c’è un punto X oltre il quale si potrà parlare davvero di Italia nel baratro? La risposta è ovviamente si e riguarda, appunto, l’andamento dello spread BTP BUND. Secondo un’indagine condotta da Il Sole 24 Ore, se il differenziale dovesse salire oltre i 400 punti base, il rischio sovrano dell’Italia aumenterebbe a dismisura. Attenzione perchè è la stessa analisi tecnica sullo spread BTP BUND a fissare la tolleranza a 400 punti base. L’Italia con uno spread fuori controllo correrebbe essa stessa il rischio di finire in caduta libera.

Far rientrare uno spead da un livello compreso tra i 400 e i 500 punti basi diverebbe molto difficile senza interventi di risanamento alla Monti. Il Sole 24 Ore, ritiene che con uno spread superiore ai 400/500 punti, “alcune banche vedrebbero scendere i loro indici patrimoniali sotto i livelli minimi imposti dalla BCE“. Questa situazione andrebbe poi a creare il classico effetto a catena con le banche che sarebbero costrette a varare nuovi operazioni straordinarie per riuscire a tenere sotto controllo i proprio coefficienti patrimoniali. Sarebbe allora il classico gatto che si morde la coda poichè trovare istituti finanziari che in piena tempesta siano capaci di riportare i loro coefficienti al di sopra dei livelli richiesti non sarebbe un’impresa facile. Quale investitore aiuterebbe le banche in una situazione simile? 

Questa simulazione teorica serve a far capire che il rischio che lo spread BTP BUND finisca fuori controllo deve essere assolutamente scongiurato. Disinnestare la bomba dei rendimenti permetterebbe anche al Ftse Mib di ripartire. Borsa Italiana oggi potrebbe lanciare un segnale in questa direzione ma quel che conta in quest fase è riuscire ad invertire il trend. Affinchè questo avvenga servono però segnali ben precisi. Fino ad ora governo italiano e commissione UE si sono limitati a lanciarsi frecciate ma giorno 15 ottobre, ossia il prossimo lunedì, è previsto l’esame ufficiale della nota di aggiornamento al DEF 2018 da parte delle autorità europee. Tutto questo mentre nelle prossime settimane le agenzie di rating Moody’s e Standard and Poor’s dovranno esprimersi sul rating sovrano dell’Italia. 

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