L’ondata ribassista sulle azioni delle banche italiane non accenna a placarsi. Sul Ftse Mib oggi le peggiori azioni sono quelle del settore bancario e la causa è da ricercare nel nuovo allargamento dello spread BTP BUND. La corsa a vendere azioni delle banche prosegue perhè non arrivano segnali rassicuranti dal governo italiano per quello che riguarda i contenuti della Nota di aggiornamento al DEF 2018. Con queste parole alcuni analisti hanno commentato quello che avviene su Borsa Italiana oggi. Mentre è in corso la scrittura del post, il Ftse Mib segna un ribasso dell’1,22 per cento a quota 20430 punti. Nonostante il calo molto abbondante, il principale indice azionario di Borsa Italiana è comunque lontano dai minimi intraday che sono stati raggiunti a 20207 punti. Soprattutto nelle prime fasi di contrattazioni, il Ftse Mib ha messo in evidenza forti ribassi. Come si evince dal grafico della giornata, ci sono state fasi in cui sull’indice azionario vi erano uno massimo due titoli in rialzo a tutte le restanti società in rosso. Crollo del Ftse Mib significa crollo delle azioni delle banche. Nel corso della seduta, alcune società come UBI Banca e Banco BPM sono state sospese dagli scambi per eccesso di ribasso e sono state poste in asta di volatilità.
Tra le azioni peggiori del Ftse Mib oggi ci sono UBI Banca (in ribasso del 2,8 per cento a quota 3,2 euro) ma anche BPER Banca che perde il 2,77 per cento, Unicredit in calo del 2,5 per cento e Intesa Sanpaolo che registra un ribasso del 2,2 per cento.
Il nuovo crollo delle azioni delle banche è stato l’effetto dell’allargamento dello spread BTP BUND. Il differenziale tra il rendimento del decennale italiano e quello del pari titolo tedesco ha sfondato i 300 punti base per poi ripiegare in area 290 punti base in tempo reale. A preoccupare sono però soprattutto i rendimenti con il rendimento del BTP a 10 anni che ha registrato un aumento oltre quota 3,4 per cento stabilendo il nuovo massimo da marzo 2014, e il rendimento del BTP a 2 anni salito oltre l’1,5 per cento. Le tensioni, quindi, ci sono soprattutto nella parte bassa della curva a dimostrazione di quanto alta sia la tensione.
Il nervosismo sui titoli di stato è frutto delle severe critiche che sono arrivate dall’Europa al DEF presentato da governo. Juncker ha invitato l’Italia non allontanarsi dagli obiettivi di bilancio dichiarando: “Non vorrei che dopo aver superato la crisi greca, ricadessimo nella stessa crisi con l’Italia“. Logicamente le parole di Juncker sono state acconte con forti critiche da parte di Di Maio e Salvini con entrambi i vicepremier che hanno lasciato intendere che l’Europa stia soffiando sullo spread per non far passare il DEF. In realtà i meccamismi della finanza e i rapporti di interconnessione sono così complessi che dietro quello che avviene sullo spread e su Borsa Italiana oggi non c’è alcuna congiura ma unicamente il nervosismo degli investitori che devono prestare soldi all’Italia.
E così mentre gli analisti di Citi e quelli di Morgan Stanley hanno tagliato il target price di molte banche italiane, comprare azioni Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banco BPM, BPER Banca e UBI ai prezzi attuali diventa molto conveniente. Almeno in teoria.
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