Il tracollo che la quotazione Atlantia ha subito su Borsa Italiana lo scorso martedì per effetto del crollo del Ponte Morandi a Genova potrebbe essere nulla in confronto al sell-off che oggi si potrebbe scatenare sul titolo. Autostrade per l’Italia (società del gruppo Atlantia) è nell’occhio del ciclone di mezza Italia dopo essere stata indicata come responsabile di quanto avvenuto dal ministro del Lavoro Luigi di Maio. Già ieri mattina Di Maio aveva pubblicato un post durissimo su Facebook nel quale affermava che “I responsabili della tragedia di Genova hanno un nome e cognome, e sono Autostrade per l’Italia“.

Di Maio aveva poi rincarato ulteriormente ricordando che “per anni si è detto che le gestioni private sarebbero state migliori di quelle statali. E così, oggi, abbiamo uno dei più grandi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza e non c’era niente che facesse immaginare il crollo. Autostrade doveva fare la manutenzione e non l’ha fatta”. Infine la sentenza del ministro che non annunciava nulla di buono per Atlantia: “Bisogna ritirare le concessioni e far pagare le multe. Il ministro Danilo Toninelli ha già avviato le procedure per il ritiro della concessione e per comminare le multe. Se un privato non è in grado, le autostrade le gestirà lo Stato. Prima di tutto si dimettano i vertici!“.

Le parole di Di Maio sono state seguite dai fatti e ieri sera è stato lo stesso presidente del Consiglio Conte ad affermare “Avvieremo la procedura per la revoca senza attendere le risultanze in sede penale“. 

Le pesanti accuse ad Autostrade per l’Italia da parte dell’esecutivo sono avvenute in un momento in cui i bond Atlantia, società controllata dalla famiglia Benetton, sono finiti letteralmente sui carboni ardenti. Già sotto pressione il giorno della tragedia di Ponte Morandi (annunciata da anni), il rendimento dei prestiti obbligazionari Atlantia è crollato ai minimi storici. In particolare sul secondario le obbligazioni di Atlantia con scadenza luglio 2027 sono scivolate del 4,01% a 92,8 mentre il bond Atlantia da 700 milioni con scadenza settembre 2029 ha segnato un tracollo del 4,3% a 91,79.

Il crollo dei bond potrebbe essere il primo segnale dell’andamento che la quotazione Atlantia potrebbe avere su Borsa Italiana oggi. Martedì scorso il titolo Atlantia ha perso il 5,39% dopo essere stata anche sospsesa per eccesso di ribasso. Oggi Atlantia parte da 15,12 euro e le previsioni sul possibile andamento del titolo sono tutte negative. La quotazione della società corre il rischio di veder allargato il proprio passivo accumulato ad oggi su base mensile (-7,5%) ma anche anno su anno (-9,5%). 

Le precisazioni fornite da Atlantia sul crollo del ponte Morandi e le repliche alle accuse del governo non sembrerebbero abbastanza forti per bloccare un possibile sell-off sulle azioni. Autostrade per l’Italia si è dichiarata fiduciosa “di poter dimostrare di aver sempre correttamente adempiuto ai propri obblighi di concessionario, nell’ambito del contraddittorio previsto dalle regole contrattuali che si svolgerà nei prossimi mesi. E’ una fiducia che si fonda sulle attività di monitoraggio e manutenzione svolte sulla base dei migliori standard internazionali“.

La revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia, al di là del tono inquisitorio dei post degli esponenti del governo, non sarebbe però un gioco. A norma degli accordi vigenti, infatti, lo Stato rischia di pagare una penale salatissima. Il contratto siglato con la convenzione tra Anas e Autostrade nel 2007 prevede infatti che la concessione scada nel 2042. L’accordo può però essere rescisso in caso di “grave inadiempienza” come il mancato “mantenimento della funzionalità delle infrastrutture concesse attraverso la manutenzione e la riparazione tempestiva delle stesse“. Se questa condizione si vericasse Anas potrebbe subentrare ma scatterebbe una penale che, sempre in base all’accordo, sarebbe pari al “valore attuale netto dei ricavi della gestione, prevedibile dalla data del provvedimento di decadenza sino alla scadenza della concessione, al netto dei relativi oneri, investimenti e imposte nel medesimo periodo“. In base ad alcuni calcoli e considerando che nell’ultimo anno Autostrade per l’Italia ha incassato un utile di un miliardo e 968 milioni, la penale in caso di revoca della concessione potrebbe essere pari per Anas ossia per lo Stato Italiano ovvero per i cittadini a 20 miliardi di euro. 

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