Le ipotesi fusione con al centro Monte dei Paschi di Siena non sono una novità, tuttavia il rilancio proprio oggi di queste indiscrezioni è comunque da valutare positivamente poichè conferma quelli che sono i piani del governo sul futuro di MPS. Nonostante il cambio di esecutivo, i piani finali del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono sempre gli stessi e puntano ad una fusione o comunque ad una aggregazione con un’altra banca di dimensioni più ampie rispetto a Siena. I nomi delle banche “papabili” sono sempre gli stessi. Anche secondo gli ultimi rumors, lanciati da Repubblica, le banche con le quali si potrebbero aggregare Monte dei Paschi sono UBI Banca. Banco BPM e BPER Banca. Il futuro di MPS è accanto ad una di queste citate banche che poi altro non sono che le ex banche popolari. Solo il tempo potrà dire se ci sarà una fusione MPS UBI Banca o una fusione MPS BPER Banca o ancora una fusione Monte dei Paschi Banco BPM

Le tre ipotesi hanno pari consistenza ad oggi. Ovviamente si tratta però di scenari di lungo termine. In altre parole nel breve periodo non ci sono da attendersi novità di alcun tipo per quello che riguarda il dossier aggragazioni capitolo Monte dei Paschi. I tempi lunghi rappresentano una necessità oggettiva. MPS oggi non è assolutamente pronta ad aggregarsi. Come hanno messo in evidenza i report degli analisti che si sono succeduti in questi ultimi mesi, prima di poter arrivare ad una aggregazione, Monte dei Paschi dovrà essere risanata e presentabile ossia dovrà cessare di essere una banca debole.

Il nuovo esecutivo a guida Conte e con Tria ministro dell’Economia ha intenzione di rispettare i patti siglati dal precedente governo e dall’Europa su Monte dei Paschi. Il responsabile del Tesoro ha detto chiaramente nell’intervista a Repubblica, che sul tavolo non c’è alcuna ipotesi di nazionalizzazione. Le parole di Tria hanno scomunicato quanto affermato appena alcune settimane fa dal leghista Borghi che invece aveva prospettato un banca pubblica. Tria ha anche ribadito che l’esecutivo agirà in continuità con quanto già fatto dalla squadra di Gentiloni e alla luce degli accordi stipulati con l’Europa. In poche parole lo Stato non resterà azionista di Monte dei Paschi oltre il tempo dovuto e la banca toscana tornerà presto ad essere autonoma. 

Nonostante le parole di Tria e l’assist fornito dalla stampa sui possibili scenari nel dossier fusioni, la quotazione MPS non si scalda su Borsa Italiana oggi. Il prezzo delle azioni Monte dei Paschi registra, infatti, un ribasso dell’1,4% su quota 2,513 euro per azione. Dal grafico intraday emerge che la quotazione MPS ha raggiunto oggi un minimo giornaliero a quota 2,511 euro prima di limitare leggermente il ribasso. Certamente l’andamento del titolo non è aiutato dal sentiment generale che caratterizza Borsa Italiana oggi. Nell’ultimo mese il prezzo delle azioni Monte dei Paschi ha subito un calo del 4% mentre la performance su base semestrale è stata negativa per il 34%. Il dossier fusioni potrebbe essere uno spunto di visibilità ma solo nel lungo termine. 

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