Crisi di credibilità per l’Italia sul mercato obbligazionario. C’è questo fattore dietro il pericoloso allargamento dello spread Btp Bund che, a sua volta, ha determinato il crollo di numerose azioni (banche ma non solo) sul Ftse Mib oggi. Il differenziale tra il rendimento del decennale italiano e quello del corrispondente titolo tedesco è tornato ai livelli di luglio 2017. Per ora non c’è nessuna situazione da panico ma è innegabile che i mercati stiano guardando da vicino alle evoluzioni della situazione politica italiana. In particolare sono state le indiscrezioni di stampa su una bozza, fortemente anti-Europa, del contratto di governo Salvini-Di Maio a determinare oggi l’allargamento del differenziale di rendimento. I rumors sul testo della bozza sono stati poi smentiti sia dalla Lega che da Movimento 5 Stelle ma, evidentemente, molti investitori erano già entrati in allarme e in allarme sono rimasti. 

Dal punto di vista grafico, lo spread Btp/Bund, tradizionale punto di riferimento per valutare il livello di affidabilità di un Paese (e dei sui titoli sovrani), ha raggiunto un massimo intraday a 152,80 punti con il rendimento del titolo decennale che è volato di oltre il 7% fino al 2,14% per poi ripiegare attorno al 2,09%. Tutto questo è avvenuto mentre i tassi sui Bund tedeschi hanno registrato un arretramento allo 0,60%. La dinamica, o almeno il principio di dinamica, in atto è quindi chiaro: da parte degli investitori c’è preoccupazione per quelli che saranno i possibili contenuti dell’accordo politico tra il Movimento 5 Stelle e la Lega. 

L’allargamento dello spread Btp Bund, causato dalla paura sul destino politico dell’Italia, ha avuto come effetto immediato la vendita, in modo massiccio, delle azioni delle banche italiane. Mentre scriviamo la quotazione Banco BPM segna un calo del 5,26%, FinecoBank è in ribasso del 4,4% e Mediobanca registra una performance negativa del 3,66%. Sui quattro titoli peggiori del Ftse Mib, ben tre fanno riferimento al settore bancario. Il sell-off si è abbattuto anche sulle azioni bancarie big ossia sui titoli Intesa Sanpaolo e Unicredit. La quotazione Intesa Sanpaolo registra un calo del 2,49% mentre Unicredit è in ribasso del 3,38%. 

Accanto alle banche, l’altro titolo in forte difficoltà è Mediaset. Il prezzo delle azioni della società di Berlusconi segna un calo del 5% e precipita a 3,14 euro. A pesare su Mediaset, titolo sempre esposto alle novità politiche vista la sua “vicinanza” all’ex presidnete del consiglio, anche i conti dei primi tre mesi del 2018. La trimestrale Mediaset, infatti, non è stata positiva. 

Da questa corsa a vendere azioni italiane in modo massicci sono esclusi pochi titoli. Le società che registrano sul Ftse Mib oggi apprezzamenti si contano sulle dita di una mano. Tra tutte a spiccare è il rally delle azioni Saipem che puntano dirette verso quota 4 euro registrando un rialzo di oltre 13 punti percentuali. 

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