Il giovedì nero di OVS ha portato la società italiana che opera nel settore moda a perdere gran parte della sua capitalizzazione. In appena una seduta di contrattazioni, il prezzo delle azioni OVS ha registrato un ribasso di circa 30 punti percentuali precipitando su quota 3,52 euro, vicinissimo ai minimi storici. Il violento sell-off che ha investito il titolo, con una quasi irragionevole corsa a vendere a man bassa azioni OVS, è stato provocato dalla decisione del management di non distribuire alcun dividendo sull’esercizio 2017-2018 (si ricorda che l’anno fiscale di OVS termina il 31 gennaio e non il 31 dicembre). Lo stop allo stacco della cedola è stato quasi inevitabile in considerazione della performance contabile che la società ha registrato lo scorso esercizio. OVS, infatti, ha chiuso l’anno fiscale con un giro d’affari pari a,5 miliardi di euro, il 12% in più anno su anno e un utile netto rettificato in aumento del 16% su quota 106,5 milioni di euro. In miglioramento anche i parametri della gestione operativa in termini di EBITA e EBIT adjusted. Purtroppo, nonostante le variazioni positive, gran parte di queste voci di bilancio sono risultate inferiori alle attese. Questa è stata la prima notizia che ha impattato in modo negativo sull’avversione al rischio degli investitori. A questa notizia si è poi aggiunta quella sul dividendo. Il risultato di questi due fattori si è tradotto nella corsa a vendere azioni OVS.

Per avere un’idea di quello che è successo al titolo OVS su Borsa Italiana, basta andare a guardare ai grafici. Il 18 aprile il prezzo delle azioni OVS era pari a 4,99 euro mentre ieri era precipitato a 3,5 euro. Allorgando l’analisi a un periodo temporale più lungo, però, emerge un elemento interessante. Dal punto di vista analitico il crollo di OVS su Borsa Italiana avvenuto ieri non è stato un fulmine a ciel sereno. Il prezzo delle azioni della società, infatti, è in calo già da alcuni mesi. Dopo aver raggiunto interessanti picchi a fine gennaio, la quotazione OVS ha lentamente ma progressivamente perso di valore allontanandosi dal massimo annuo raggiunto nella seduta del 23 gennaio quando il prezzo delle azioni arrivò a 6,25 euro. Un segnale chiaro sull’attivazione di un movimento ribassista era arrivato il 27 marzo scorso quando erano caduti i supporti dinamici forniti dalla linea di tendenza rialzista di lungo periodo ottenuta con i minimi crescenti del 2 marzo 2015. Dal punto di vista tecnico il mix avvenuto ieri tra rottura dei citati supporti dinamici e rottura dei supporti statici ha determinato il completamente sul grafico giornaliero una figura di tipo ribassista. Cosa conviene fare a questo punto: è meglio restare lontanti da OVS oppure si può pensare di comprare a prezzi molto bassi? Le possibili evoluzioni del titolo restano molto confuse anche perchè la quotazione OVS, a causa del sell-off di ieri, si è avvicinata alla soglia psicologica dei 4 euro e ai minimi storici dal giorno dello sbarco in borsa. Prudenza è quindi la parola d’ordine anche se, secondo alcune voci, gli investitori si stanno orientando anche per oggi verso strategie ribassiste. 

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