L’aumento di capitale del Credito Valtellinese è stato un successo. A confermarlo sono state anche le ultime indicazioni fornite dalla banca valtellinese per quanto concerne il capitolo adesioni. Il Creval ha infatti reso noto che a seguito della chiusura dell’offerta dei diritti rimasti inoptati risultano essere state sottoscritte altre 1.180.552.413 nuove azioni Credito Valtellinese. Il controvalore complessivo dei nuovi titoli sottoscritti è pari a 118,06 milioni di euro. In considerazione delle nuove sottoscrizioni, l’aumento di capitale di Creval risulta ora integralmente sottoscritto per un controvalore complessivo pari a 699,66 milioni di euro. Un particolare molto importante è rappresentanto dal fatto che l’integrale sottoscrizione di tutte le azioni Creval messe sul mercato nell’ambito della ricapitalizzazione è avvenuta senza che sia stato necessario l’intervento dei sub-garanti di prima allocazione e del consorzio di garanzia. In pratica, come si può dedurre andando oltre il linguaggio troppo istituzionale dei comunicati stampa, il Credito Valtellinese non ha avuto bisogno di alcun aiuto nella realizzazione di una operazione il cui esito, almeno nelle fasi iniziali dell’iter, era considerato da molti analisti decisamente incerto. 

La notizia della ufficiale chiusura dell’aumento di capitale di Credito Valtellinese non dovrebbe avere una forte eco su Borsa Italiana oggi. Già da alcune settimane, infatti, gli investitori avevano dato per scontato la riuscita dell’operazione. Le azioni Creval, però, potrebbero registrare forti variazioni in avvio di contrattazioni, perchè l’archiviazione con successo dell’aumento di capitale, apre ora la strada al secondo dossier che terrà impegnato il management del Credito Valtellinese molto a lungo: quello relativo alle aggregazioni. 

Si è sempre saputo tra gli investitori e non solo, che l’aumento di capitale del Credito Valtellinese, concepito nell’ambito di un più vasto progetto di risanamento dei conti e di rafforzamento patrimoniale, fosse da intendersi come una tappa propedeutica a quello che è sempre stato considerato come il vero obiettivo del vertice della banca di Sondrio: la fusioni con altre realtà bancarie italiane.

Nei giorni scorsi, proprio in coincidenza con la fine della ricapitalizzazione, ossia quando è stato chiaro a tutti che l’esito dell’aumento di capitale di Creval sarebbe stato positivo, erano circolate delle voci su un presunto interesse per il Credito Valtellinese da parte del gruppo francese Credit Agricole. Secondo questi rumors la banca francese, in questi giorni alle prese con la finalizzazione dell’acquisizione di Banca Leonardo, potrebbe mettere nel mirino il Credito Valtellinese con l’obiettivo di fare concorrenza in Italia alle big del settore Unicredit e Intesa Sanpaolo. L’ipotesi che porterebbe il Creval verso Credit Agricole è però debole alla luce di quello che è il contesto generale del settore bancario italiano. Più probabile è la strada che porta Creval ad essere parte integrante di un complesso risiko che vedrebbe coinvolte molte altre banche italiane di dimensione media come Monte dei Paschi, Banca Carige, i “cugini” della Banca Popolare di Sondrio e a Banca Popolare di Bari. A guidare i giochi ci potrebbero essere Banco BPM e UBI Banca, in qualità di istituti aggreganti. La strada sembra essere proprio questa anche perchè è stato lo stesso numero uno dell’istituto nato dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano ad affermare nei mesi scorsi che in Italia ci sono ancora troppe banche medie e che l’obiettivo è quello di arrivare 4 massimo 5 banche di grande dimensione. Il dossier M&A sulle banche italiane è quindi appena iniziato. Creval è presente. 

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