Le elezioni politiche italiane? Per gli analisti internazionali, hanno prodotto risultati in buona parte già “scontati”, visto e considerato che il mercato aveva anticipato tale risultato. A dimostrazione di ciò, il fatto che il rendimento del titolo di Stato decennale italiano sia salito solo leggermente e che l’indice azionario di principale riferimento sia in calo, ma ha ridotto le perdite iniziali.

I trader hanno probabilmente ragione a rimanere in gran parte insensibili al risultato: la BCE sta d’altronde ancora operando come acquirente dei titoli di stato della zona euro, e lo farà fino a settembre, e sarebbe difficile pertanto che i travagli politici interni dell’Italia possano realmente produrre dei risultati disastrosi nel brevissimo termine, soprattutto all’interno di un macro contesto in cui sono (forse) posa cosa rispetto all’evoluzione di una guerra commerciale tra gli Stati Uniti e tutti quelli con cui Trump compra, e vende.

Per l’euro, però, l’ascesa di M5S e Lega in Italia rischia di minare l’entusiasmo per la moneta comune, ridiventata positiva nel maggio 2017, quando Emmanuel Macron è stato eletto presidente della Francia, con la promessa di iniettare nuova vita nel progetto europeo.

Un progetto, quello europeo, che era stato precedente ferito dal quasi addio della Grecia dal progetto di valuta comune negli ultimi anni, e colpito dal voto del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea. Dall’ascesa di Macron, la minaccia della Catalogna di scindersi dalla Spagna è in parte diminuita, mentre la riabilitazione della Grecia come membro “effettivo” dell’euro è stata ampiamente realizzata. Sul più ampio palcoscenico politico europeo, il voto dello scorso fine settimana che conferma il quarto mandato di Angela Merkel come cancelliere della Germania, è un altro vantaggio per gli integrazionisti europei.

In tale scenario, effettivamente, è improbabile che qualsiasi governo si formerà nel Paese possa costituire una seria minaccia al progetto di moneta comune. Tuttavia, la probabilità di progredire su progetti a livello europeo come l’unione dei mercati dei capitali, la revisione della politica agricola o la spinosa questione della gestione dei flussi migratori è diventata improvvisamente inferiore al passato.

Il ritrovato entusiasmo dell’Italia per i partiti di tendenza populista è, in altri termini, un effettivo moto di preoccupazione per i sostenitori dell’euro. E anche se a prima vista non sembra esserci molto in comune tra i due principali vincitori, il M5S di Luigi di Maio e la Lega di Matteo Salvini, in realtà entrambi sono accomunati dall’aver sfruttato il risentimento diffuso in Europa, e l’incapacità del governo di proteggere l’Italia da una incontrollata migrazione mediterranea.

Rimane ora da capire che cosa avverrà all’interno di questo ampio schieramento anti-establishment. Sia M5S che Lega hanno infatti affermato di avere un mandato a governare, con Salvini che ha precisato come “il centrodestra è la coalizione che ha vinto, ed è dunque la coalizione che deve governare”. A breve distanza però Di Maio ha precisato che è il M5S ad avere il diritto di condurre la partita, e che Salvini non ha i voti necessari.

A conferma dell’avanza anti-establishment, nella sua conferenza stampa Salvini ha ripetuto le sue riflessioni ben note sull’euro e ha ringraziato Marine Le Pen per il suo sostegno. Ha anche dichiarato Le Pen sarebbe stata un grande presidente per il suo Paese se avesse vinto le elezioni dello scorso anno, confermando dunque la sintonia con la destra francese.

Se l’Italia non può certamente fornire un grande sostegno all’euro, margini aleatori possono comunque permanere anche in Germania, dove Merkel ha ancora la sua grande coalizione, ma per la prima volta in 60 anni dovrà fare i conti con un’opposizione “nuova”, visto e considerato che gli ultimi risultati hanno l’estrema destra nel Bundestag. Il riferimento è all’AfD, che ha già definito la cancelliera un “traditore” per la sua posizione nei confronti delle frontiere aperte.

Insomma, il risultato delle elezioni italiane e l’evoluzione in Germania verso una nuova coalizione, hanno dato il via a una settimana intensa di eventi macro. Con quali prospettive?

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