Molto spesso quando si analizzare l’andamento del mercato azionario si tende a fare riferimento solo alle storie di successo. Ma c’è anche un risvolto della medaglia che è rappresentato dalle vicende di quei titoli che invece sono in forte affanno. Le vicende di questo inizio 2025 hanno confermato quanto già emerso durante tutto il 2024 con quotate come Stellantis, STM, Campari e Nexi alle prese con crisi più o meno forti. Questi titoli già lo scorso anno avevano segnato pesanti scivoloni di borsa riducendo notevolmente sia il loro valore che il rispettivo livello di capitalizzazione.
Ebbene in queste primissime sedute di scambi la stragrande maggioranza delle quotate citate (unica che si può escludere, almeno in parte, è Nexi) hanno già sofferto pesanti vendite. I ribassi di inizio 2025 non hanno fatto altro che confermare quello che negli ambienti finanziari e tra gli stessi investitori è già noto da tempo: Stellantis, STM, Campari e la stessa Nexi, sia pure per ragioni tra loro diverse, stanno affrontando gravissime crisi. Inutile dire che molti trader quando sentono parlare di titoli in caduta libera pensano subito alla possibilità di comprare a prezzi stracciati. Questa strategia, perlomeno da un punto di vista teorico è sempre valida, tuttavia si tratta di verificare se lo sia anche praticamente. In altre parole le azioni Stellantis, STM, Nexi e Campari che oggi valgono molto di meno rispetto al loro migliore passato, hanno spazio per un apprezzamento oppure la loro crisi è destinata a durare ancora?
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4 titoli illustri di Borsa Italiana in forte ribasso
Parliamo un attimo di numeri anche per aiutare i lettori a meglio percepire il livello di forte crisi che le quattro quotate citate stanno attraversando.
Rispetto ad un anno fa, STM ha perso il 46 per cento, Campari ha lasciato sul parterre il 41 per cento, Stellantis il 40 per cento e Nexi il 27 per cento. Un tempo questi quattro titoli erano tra i più performanti di tutto il Ftse Mib. Oggi sono alle prese con sfide significative che devono essere affrontate e risolte per riuscire a bloccare e magari invertire le tendenza in atto oramai dallo scorso anno.
STM e Stellantis alle prese con la crisi del settore auto europeo
Iniziamo questo nostro esame da STM e Stellantis. La prima quotata fa riferimento al settore dei semiconduttori, la seconda a quello automotive. Cosa hanno in comune questi due comparti? Non serve essere dei grandi esperti di finanza per capirlo: il minimo comun denominatore è infatti la crisi del settore automobilistico europeo. Più nel dettaglio, il colosso italo-francese ha segnato una forte contrazione della domanda di chip industriali e automobilistici. Il management di STM si è così trovato costretto a posticipare di tre anni il raggiungimento del target di fatturato di 20 miliardi di dollari. Le previsioni degli analisti dicono che il contesto sarà destinato a restare molto debole anche per tutto il 2025. La sola carta che il management di STM può giuocarsi è quella del ridimensionamento dei costi aziendali attraverso l’attuazione di una strategia prudenziale.
Una situazione molto analoga la sta vivendo anche Stellantis. Il gruppo automobilistico italo-francese va da tempo peggio del già malconcio mercato auto dell’area UE. Da mesi, infatti, le immatricolazioni di Stellantis sono sistematicamente peggiori del dato di mercato e di conseguenza la quota mercato di Stellantis a livello europeo è in costante contrazione. Non si vedono segnali di ripresa almeno nel breve termine e in più c’è anche il nodo della scelta del nuovo amministratore delegato che dovrà prendere il posto dello sconfessato Carlos Tavares. Insomma la strada è davvero tutta in salita. Sia STM che Stellantis scambiano a sconto ma non non sembrano esserci fattori in grado di cambiare la direzione dei prezzi perlomeno nel breve termine.
Ciò non significa che non sia possibile speculare sui due titoli. Attraverso strumenti derivati come i CFD, infatti, si può fare trading sia al rialzo che al ribasso operando a leva.
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Campari: l’allarme dal settore beverage
Campari è un altro nome illustre a soffrire sul Ftse Mib. La crisi del titolo è oramai attiva dall’estate 2023 e di recente è stata aggravata dall’allarme sul consumo di alcolici proveniente dagli Stati Uniti. Un rapporto del consigliere alla sanità pubblica della Casa Bianca, il dottor Vivek Murthy, contiene un consiglio che, se attuato, potrebbe far tremare tutto il settore dei produttori di alcolici: inserire sulle bottiglie delle etichette con avvertenze sui rischi di cancro. In queste prime avvisaglie del nuovo anno, Campari è andata a picco proprio a causa di questa anticipazione. Ad oggi non sappiamo se il suggerimento del consigliere alla sanità pubblica della Casa Bianca, il dottor Vivek Murthy, sarà attuato o meno. Tuttavia il fatto stesso che se ne stia parlando è un grande potenziale problema per titoli come Campari.
Ricordiamo che nei mesi scorsi Campari arrivò a perdere ben il 18 per cento in una sola seduta a seguito della diffusione di conti del terzo trimestre 2024 caratterizzati da un brusco calo delle vendite e della redditività.
Le prospettive di Campari non sembrano essere particolarmente brillanti e del resto proprio di recente gli analisti di Deutsche Bank hanno deciso di tagliare il rating a hold e il target price a 5,7 euro. Il messaggio è chiaro: nonostante il forte deprezzamento, il titolo milanese è al massimo da mantenere in portafoglio anche perchè il suo potenziale di upside è contratto.
Nexi: il declino della paytech
E concludiamo questa rassegna su quattro titoli del Ftse Mib un tempo ottimamente performanti e ora in forte crisi con Nexi.
Senza parla tanto lunga, la più importante società paytech italiana, ad inizio 2025 vale un terzo rispetto ai picchi storici del 2021. Negli anni del covid, imperversavano le stime ottimistiche sul settore dei pagamenti digitali e proprio questo catalizzatore consentì al valore delle azioni Nexi di gonfiarsi. Successivamente, però, la view è diventata molto più cauta anche a causa della maggiore incertezza economica e della fonte competitività che caratterizza il comparto. Da qui il crollo delle azioni Nexi. La società è ora chiamata ad affrontare la sfida più impegnativa del suo percorso in borsa.
A differenza di Campari, nel caso di Nexi le valutazioni degli analisti sono positive. A fine 2024, infatti, gli esperti di Goldman Sachs hanno ribadito l’indicazione di acquisto (rating buy) pur rivedendo al ribasso il target price ora pari a 7,5 euro. Un prezzo obiettivo più basso si traduce in minore potenziale di upside.
Conviene comprare queste azioni a sconto?
Tirando le somme, è innegabile che il panorama per il 2025 si preannuncia impegnativo per titoli come STM, Nexi, Campari e Stellantis che fino a pochi anni fa erano tra i migliori di tutto il Ftse Mib. Da allora è accaduto di tutto e tutte queste quotate hanno ora la necessità di dover affrontare specifiche sfide strutturali che richiedono una serie di interventi finalizzati al superamento dello stato di crisi.
Perchè una cosa è certa: senza un cambio di passo nel senso del maggiore spirito di adattamento e di una maggiore innovazione i fondamentali di questi titoli non potranno migliorare e quindi neppure la fiducia degli investitori potrà tornare. Senza questi passaggi, è davvero difficile pensare che possa esserci un cambio di rotta nel nuovo anno.
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