Il CEO di UBS Sergio Ermotti ha scelto i dirigenti del Credit Suisse che intende inserire nel suo team di gestione, scommettendo che possano contribuire al successo dell’operazione bancaria più significativa dai tempi della crisi finanziaria dell’istituto di credito.
Tra i dirigenti del Credit Suisse che con ogni probabilità sopravviveranno all’acquisizione ci sono Dixit Joshi, direttore finanziario, Francesca McDonagh, direttore operativo, e André Helfenstein, responsabile delle attività in Svizzera. Ermotti, che è tornato a dirigere UBS a marzo dopo che la banca ha accettato di salvare la società target in un’operazione valutata 3,25 miliardi di dollari e supervisionata e invitata dalle stesse autorità svizzere, ha in programma di svelare la sua nuova squadra di management solamente nella prossima settimana, un mese prima del completamento dell’acquisizione.
Tuttavia, la stampa europea sembra avere anticipato la rosa dei nomi che, dal canto suo, diverrà protagonista di un processo di integrazione costoso e rischioso, finalizzato a unire due istituzioni finanziarie di importanza sistemica globale.
L’operazione non avrà effetti nel brevissimo termine. Lo stesso Colm Kelleher, presidente della banca, ha dichiarato che l’integrazione potrebbe richiedere fino a quattro anni, mentre alcuni elementi della transazione, come la decisione della Finma (l’autorità di regolamentazione bancaria svizzera), di cancellare obbligazioni per un valore di 17 miliardi di dollari, sono oggetto di contestazione giudiziaria. Il completamento dell’operazione è inoltre subordinato all’approvazione delle autorità di regolamentazione e dalle autorità di concorrenza (la Commissione europea si esprimerà entro il 7 giugno).
Il ruolo del nuovo management nel complicato tentativo di salvare la banca
Un ruolo centrale nel salvataggio lo avranno sicuramente Joshi e McDonagh, entrati a far parte del Credit Suisse alla fine dell’anno scorso e, dunque, non interessati direttamente dai recenti scandali della banca.
In particolare, ricordava un approfondimento del Financial Times, Joshi ha iniziato a ricoprire la carica di direttore finanziario il 1° ottobre ed è stato immediatamente coinvolto negli sforzi per trattenere i clienti in fuga dopo un fine settimana di voci sui social media sulla precaria salute finanziaria della banca.
Nelle successive settimane è stato fortemente coinvolto nell’aumento di capitale della banca per 4,3 miliardi di dollari.
Dal canto suo, McDonagh, che ha lasciato il ruolo di amministratore delegato di Bank of Ireland per entrare in Credit Suisse, è stata assunta come responsabile della regione Emea ma, prima di iniziare, ha ricevuto il ruolo di chief operating officer e le è stato affidato il compito di supervisionare un’enorme ristrutturazione dell’azienda.
Nell’ambito del taglio di 2,8 miliardi di dollari di costi in tre anni ha iniziato a rivalutare gli uffici del Credit Suisse a livello globale, compresa la sede londinese di 21 piani a Canary Wharf, sottoutilizzata e affittata dalla Qatar Investment Authority. Tuttavia, questa revisione sembra essere stata sospesa proprio nel momento in cui è stato concluso l’accordo con UBS.
Helfenstein ha invece diretto la banca nazionale del Credit Suisse negli ultimi tre anni ed è il membro più anziano del comitato esecutivo, essendo entrato a far parte del consiglio quando Thomas Gottstein è diventato amministratore delegato, nel 2020.
Conviene investire in Credit Suisse?
È evidente che buona parte della convenienza a investire in Credit Suisse dipenda dalla bontà del piano di risollevamento delle sue sorti che, come abbiamo anticipato qualche riga fa, non vedrà risultati concreti nel breve termine.
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