I traders potrebbero iniziare a guardare con maggiore fiducia al futuro. Stando alle ultime previsioni, infatti, la BCE potrebbe decidere di cambiare il passo sulla politica monetaria fin qui seguita già nel meeting di maggio 2023. Stretta tra l’incombente rischio di recessione e la crisi del settore bancario (causata proprio dagli aumenti ripetuti e del costo del denaro) alla Banca Centrale Europea non resterebbe da fare altro che svoltare già nel breve termine. A consentire questo cambio di passo ci sarebbe un andamento più moderato dall’inflazione.
Proprio recentemente la Lagarde ha infatti affermato che i prezzi al consumo nell’area Euro potrebbero scendere al 3 entro la fine dell’anno. Si tratta di una stima che in tanti giudicano del tutto campata in aria ma che, a prescindere da queste valutazioni, comunque dimostra che l’inflazione non è più una bestia indomabile come lo è stata fino ad ora.
Tassi BCE in aumento già a maggio: le previsioni degli analisti
Ma vediamo cosa dicono gli esperti in merito alla possibilità che la Banca Centrale Europea possa decidere di incrementare il costo del denaro già nel meeting di maggio. Secondo Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud AM, nelle ultime settimane l’EuroTower sta mostrando di essere pronto a considerare la possibilità di adottare quelle politiche monetarie che si sono rese necessarie a prescindere dallo stress sui mercati finanziari.
Per l’analista la Banca Centrale Europea ha chiaramente affermato che per far fronte all’insorgere di due problematiche che sono molto differenti tra loro, ossia l’inflazione e la stabilità finanziaria dei mercati, ci sono a disposizione due diversi strumenti. Questa semplice affermazione è secondo Jung molto importante in quanto evidenzia un principio a tutti gli effetti nuovo (almeno rispetto a quella che è stata la tendenza degli ultimi mesi): l’intenzione dell’EuroTower di non essere governato solo dall’ambito finanziario.
Ovviamente a determinare le prossime mosse di politica monetaria della BCE saranno i dati macroeconomici. Proprio in relazione alle proiezioni macro, gli economisti recentemente hanno rivisto al rialzo le loro previsioni sull’inflazione core per l’anno in corso (che passano al 4,6 per cento anno su anno) mentre hanno deciso di tagliare le stime sull’inflazione core per gli anni a venire. In particolare le proiezioni di inflazione per il 2024 sono passate al 2,5 per cento mentre quelle sul 2025 al 2,2 per cento.
E in merito all’approccio monetario della BCE, l’analista ha messo in evidenza come l’ultimo rialzo dei tassi, che per la cronaca è stato pari a 50 punti base, è stato sostenuto da un’ampia maggioranza di membri del board. Infatti a votare contro sono stati solo 3 o 4 banchieri del Consiglio Generale della BCE che hanno votato contro la manovra.
Cosa attendersi quindi per il futuro? Secondo Jung è molto probabile che la BCE possa assumere un atteggiamento decisamente più dovish già nei prossimi mesi. In particolare la prossima riunione di maggio del board si potrebbe concludere con un rialzo di 25 punti base del costo del denaro. Successivamente, poi, ci potrebbe essere una pausa di valutazione.
Insomma cambia il passo ma sempre mantenendo un approccio cauto e questo perchè la situazione è in costante evoluzione. Ad esempio il recente taglio alla produzione di petrolio deciso dall’OPEC potrebbe avere un impatto sui prezzi del greggio. Una dinamica che non può che condizionare l’andamento dell’inflazione.
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