Dopo un’estate bollente, con strascichi di calore anomalo anche nei mesi successivi, l’autunno è ufficialmente arrivato, è calata la temperatura e i meteorologi prospettano un inverno freddo. Molte nazioni dovranno lottare con le implicazioni che le sanzioni alla Russia per la guerra in Ucraina stanno portando sull’approvvigionamento di gas e la conseguente instabilità economica e finanziaria. Come riusciranno gli investitori a proteggere la loro ricchezza dalla volatilità del mercato?
La crisi economica colpisce forte i paesi europei
Il conflitto russo ucraino continua a far lievitare i costi dell’energia. Anche se in leggero calo rispetto al mese scorso, l’Unione Europea non risale dal deficit commerciale. Lo scorso settembre la differenza tra esportazioni e importazioni dell’Eurozona ha registrato un -34,4 miliardi, mentre nel 2021, nello stesso mese, vantava un attivo di 6,7 miliardi. E’ in forte calo il gas naturale quotato sul mercato europeo, che ha chiuso la settimana di metà novembre con un poco rassicurante -14,75%.
Dutch TTF Natural Gas Future
Di conseguenza moltissime imprese e cittadini del vecchio continente sono in ginocchio. Le nazioni cercano delle soluzioni per rendersi indipendenti dal gas russo di Gazprom. Prima di tutto si inseguono nuove importazioni per colmare il buco delle forniture. Il gas naturale liquefatto (gnl) sta diventando un sostituto prezioso e gli Stati Uniti, in questo senso, ne sono diventati i più grandi esportatori al mondo. Seguono l’Asia e il Nord Africa, ma i volumi disponibili non sono comunque infiniti e possono subire forti oscillazioni. E poi, si provano alternative ai combustibili fossili, accelerando lo sviluppo di energie rinnovabili e dell’idrogeno.
La Commissione Ue, nel frattempo, vorrebbe stabilire un tetto al prezzo del gas (price cap), anche se non è facile trovare un accordo tra i Paesi membri. Bruxelles presenterà una proposta di un meccanismo di correzione del mercato al prossimo Consiglio Ue Energia il 24 novembre, con lo scopo di limitare la volatilità del mercato, per evitare le impennate delle quotazioni.
Maxim Manturov, Responsabile della consulenza sugli investimenti di Freedom Finance Europe, afferma che: “per l’Europa, il problema principale in termini di materie prime è come mantenere una fornitura costante di petrolio e gas per soddisfare il fabbisogno energetico della regione. Le interruzioni dell’approvvigionamento energetico e gli aumenti dei prezzi possono, a breve termine, destabilizzare la fiducia dei consumatori e la potenziale produttività economica. Tuttavia, proprio in Europa stiamo iniziando a vedere una svolta accelerata verso l’indipendenza energetica. È probabile che il capitale confluisca nell’energia rinnovabile, poiché i paesi europei cercano fonti di energia a terra o vicino alla costa, mentre si sforzano di attenersi ai loro obiettivi climatici“.
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I numeri in Italia
Restando in patria, ora che la Russia non è più il paese da cui l’Italia importa più gas, sono entrate in gioco altre regioni: l’Algeria con il 40,3%, i Paesi Bassi e la Norvegia con il 9%, la Libia con il 5,7%, l’Azerbaigian con il 18,5%, oltre che il gnl che ha sostituito il 25,8% delle forniture. Ma il Bel Paese è comunque ancora a corto, infatti, nel 2022 ha importato 800 milioni di metri cubi in meno rispetto allo stesso periodo nel 2021.
Andamento delle forniture di gas in Italia (gennaio – ottobre 2022)
L’andamento delle forniture di gas in Italia da gennaio ad ottobre 2022.
Come proteggersi dai fragili mercati finanziari
L’instabile economia fa tremare i mercati finanziari, sempre più esposti a ondulazioni e tracolli. In questo momento nebuloso, molti investitori si stanno chiedendo come muoversi per cercare di salvaguardare i loro portafogli ed evitare perdite anche gravi.
La crisi energetica spinge l’inflazione e le Borse nazionali fanno registrare risultati poco confortanti. In questi casi, non bisogna disperare, ma rimanere con i nervi saldi e vagliare diverse ipotesi. Vediamo dove conviene investire oggi per non disperdere la propria ricchezza e per cercare di guadagnare.
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Investire sui beni rifugio
Questi sono degli strumenti finanziari che si comportano in maniera diversa rispetto al normale andamento del mercato. Infatti, riescono a mantenere il proprio valore, in alcuni casi anche ad aumentarlo.
I più comuni sono i metalli preziosi come l’oro, l’argento o il platino. Nei momenti di grosse crisi, pandemie o guerre, questi asset sono stati da sempre considerati un investimento perché sono prodotti reali, non si deteriorano, e la loro crescita è legata al rapporto tra domanda e offerta: è più alta la richiesta di acquisto rispetto al quantitativo di prodotti venduti.
Nuovi beni rifugio, come le criptovalute e gli NFT. Anche se negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un crollo di Bitcoin e alcuni big delle valute digitali, a causa della volontà degli investitori di liberarsi degli asset più volatili, le cripto sono ancora considerate valide per proteggersi dall’inflazione.
Le valute. Dopo una collezione di numeri negativi, i mercati azionari sono crollati, mentre le valute hanno registrato dei rendimenti alti. Il dollaro, il franco svizzero e lo yen giapponese sono tra i più quotati.
Comprare azioni e ETF
I periodi di crisi non sono momenti nel quale smettere di investire o cambiare investimenti. Non bisogna guardare ai cambiamenti nel breve termine dei mercati, ma a quello che è solido e innovativo. Quindi, comprare azioni e puntare su titoli in crescita, start up promettenti o giganti indissolubili, settori come la green Economy, l’hi-tech, lo spazio, la robotica, la farmaceutica o gli alimentari alternativi.
In ultimo, sarebbe bene seguire alcune regole: non lasciarsi prendere dal panico, rimanere informati, diversificare il portafoglio, valutare su cosa non conviene investire e scegliere i giusti asset anticrisi.
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