Sede BCE con grafico di borsa
Ofi Invest AM ritiene possibile un altro taglio dei tassi BCE nel 2024 - BorsaInside

Quasi come fosse un passaggio obbligatoriamente da fare, ecco che la Banca Centrale Europea nell’atteso meeting di giugno, ha tagliato i tassi di riferimento. La decisione dei banchieri centrali era scontata e infatti non c’è stata alcuna reazione interessante da parte del mercato. Oramai da mesi tutti convergevano sul fatto che l’EuroTower avrebbe iniziato a tagliare il costo del denaro a giugno. Parallelamente tutti erano consapevoli che, dall’altro lato dell’oceano, la FED non avrebbe fatto altrettanto.

La domanda che gli investitori sono ora chiamati a porsi riguarda quello che può avvenire a seguito del primo dagli dei tassi BCE. Cosa farà la Banca Centrale Europea? E’ su questo punto che i pareri iniziano ad essere discordanti. Proprio questo è l’interrogativo che si è posto Geoffroy Lenoir, Co-CIO Mutual Funds di Ofi Invest AM.

La questione sulle prossime mosse della BCE non è secondaria soprattutto per chi è solito investire in borsa. Infatti dalle decisioni di politica monetaria della banca centrale dipendono sia l’andamento delle borse europee che il cambio Euro Dollaro sul mercato del forex.

Cosa farà la BCE dopo il primo taglio dei tassi?

Nel board di giugno, i tassi di interesse sono stati ridotti di 25 punti base scendendo al 3,75 per cento. Gli analisti avevano abbondantemente messo in conto una decisione simile anche alla luce del tenore dei precedenti discorsi della presidente Christine Lagarde. Il primo taglio del costo del denaro, quindi, non ha fatto una piega (lo avrebbe fatto se non ci fosse stato). Dal punto di vista macroeconomico, però, il discorso è diverso perchè nel periodo tra aprile e maggio l’inflazione nell’area Euro ha registrato una crescita passando dal 2,4 per cento al 2,6 per cento. Quindi i market mover potevano tranquillamente suggerire un ennesimo rinvio del primo taglio dei tassi BCE (che, invece, non c’è stato).

Il punto è che il rialzo dell’inflazione lascia intendere che la strada verso il target del 2 per cento che la BCE ha fissato, è diventata più lunga. L’implicazione immediata di questo slittamento non può che essere proprio sulle tempistiche dei prossimi tagli dell’EuroTower. La verità è che la BCE non ha alcun interesse a procedere con una seconda riduzione dei tassi in tempi brevi anche perchè la FED ha già da tempo lasciato intendere che in Usa se la prenderanno con comodo con la prima sforbiciata. Del resto i market mover in Usa sono ancora molto resilienti con l’inflazione che ad aprile si è attestata sul +3,4 per cento battendo nettamente le attese degli analisti.

Insomma, visto che l’inflazione nell’area Euro è ancora lontana dal target del 2 per cento e visto che in Usa la Federal Reserve non ci pensa nemmeno di procedere con la prima riduzione del costo del denaro, le probabilità che al primo taglio di giugno dei tassi BCE possa farne seguito un altro, sono ai minimi termini.

Ofi Invest AM ritiene che lo scenario più probabile sia quello di un solo ulteriore taglio dei tassi BCE entro l’anno e di massimo due tagli (ma è più probabile uno solo) da parte della FED. Si tratta di una previsione improntata all’ottimismo visto che la maggior parte degli esperti, proprio alla luce delle considerazioni su andamento dell’inflazione e mosse previste dall’altra loto dell’oceano, è arrivata a pensare che l’EuroTower si limiterà al primo taglio di giugno e che non ce ne saranno altri per tutto il semestre a venire.

Sulle ipotesi di taglio dei tassi BCE e FED consigliamo di leggere:

Conseguenze sul mercato obbligazionario

Quali sono gli effetti di tutto questo sul mercato obbligazionario? A maggio i rendimenti dei bund decennali tedeschi hanno mostrato una stabilità sorprendente, oscillando tra il 2,42 per cento e il 2,68% per cento. Nonostante l’assenza di picchi nella curva dei rendimenti, i bond tedeschi sono risultati piuttosto attraenti per gli investitori. Tuttavia, il futuro andamento dei rendimenti è strettamente legato alle decisioni delle banche centrali e ai dati macro dei prossimi mesi. Proprio per tali ragioni le previsioni sui rendimenti e l’individuazione di opportunità tattiche sono ancora più difficili.

Più nello specifico la reazione dei tassi di interesse potrebbe essere positiva in caso di aspettative di aggiustamenti monetari imminenti, ma potrebbe risentire negativamente di eventi politici, geopolitici o di altri fattori tecnici. Questa maggiore volatilità, che già si può osservare, potrebbe proseguire per tutta l’estate. In questo contesto incerto, Ofi Invest AM ha preferito aumentare leggermente l’esposizione nel settore obbligazionario preferendo segmenti con una durata più lunga. Questi ultimi potrebbero infatti beneficiare maggiormente di eventuali ulteriori tagli dei tassi.

Tuttavia anche le obbligazioni corporate meritano attenzione. Il segmento high yield ha sovraperformato rispetto ai segmenti investment grade di qualità più alta, come già osservato all’inizio dell’anno. Il mercato del credito è stato vivace, con numerose emissioni primarie e consistenti afflussi verso questa classe di attività. In questo scenario, gli spread creditizi si sono ulteriormente ridotti, riflettendo la fiducia del mercato. Un esempio di ciò è l’iTraxx Xover, che ha raggiunto 286 punti base.

Nonostante la riduzione degli spread, le obbligazioni societarie rimangono attraenti. I fondamentali del mercato restano infatti solidi, come evidenziato dalla revisione al ribasso del tasso di default da parte di Standard & Poor’s, sceso al 3,75% per i prossimi 12 mesi rispetto al 4,1% di aprile. Le aziende, pertanto, continuano a mostrare profili di credito affidabili e bilanci solidi, anche tra gli emittenti high yield.

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