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Ecco quali banche europee sono più esposte al taglio dei tassi BCE - BorsaInside

Il prossimo 12 settembre si terrà la nuova riunione della Banca Centrale Europea. Lo scenario dato per assodato è quello di un taglio dei tassi BCE di 25 punti base anche se tra gli analisti c’è chi si spinge oltre e ipotizza una riduzione di ben 50 punti base (previsione ad oggi minoritaria). Tra i mercati più esposti alle novità sulla politica monetaria che verranno introdotte dall’EuroTower nel board del prossimo mese ci sono forex (cambio Euro Dollaro in primis) e indici di borsa.

Restando sull’azionario, sono le azioni delle banche europee le grande osservate speciali. La storia insegna che ogni qual volta che si verificano modifiche nella politica monetaria, i titoli del settore bancario ne subiscono immediate conseguenze. Ovviamente l’impatto è sia prima del summit che nelle fasi successive. Prima della riunione, le banche sono condizionate delle previsioni sull’esito del board mentre dopo sono le delibere (ed eventuali indicazioni sul futuro) a pesare.

E allora visto che oramai mancano poco più di 10 giorni all’importante appuntamento, come conviene posizionarsi sulle azioni del settore bancario europeo? Meglio long o short trading?

Di questa questione si sono occupati gli analisti di Wellington Management. Vediamo quindi il loro punto di vista.

La situazione delle banche europee in vista del taglio dei tassi BCE di settembre

Secondo Wellington Management le banche europee oggi son molto più solide di quanto lo erano 15 anni sia sul fronte patrimoniale che su quello della redditività. E’ riconosciuto da tutti gli analisti, che gli istituti bancari europei abbiano imparato tanto dalla crisi del debito sovrano.

Ed è proprio grazie a questa lezione appresa oltre che alla normalizzazione dei tassi di interesse da parte della BCE e alle politiche di rendimento di capitale molto generose, se gli istituti bancari europei sono riusciti a sovraperformare quelli degli altri paesi in tutto l’ultimo quinquennio.

Nonostante questo successo, però, la valutazione del banking europeo rispetto a quella degli indici UE è nettamente inferiore. Attualmente siamo ad un sconto del 40 per cento rispetto allo STOXX Europe 600.

Conseguenze del taglio dei tassi BCE sulle banche europee

Partendo proprio dall’analisi della situazione in atto, Wellington Management ritiene che mentre gli alti margini netti da interesse potrebbero non essere sostenibili in un contesto di calo dei tassi, i flussi di cassa dovrebbero mantenersi solidi e permettere agli azionisti delle banche di incassare rendimenti compresi tra il 13 e il 16 per cento.

Inoltre con il cambio di scenario dei tassi, non è da escludere che possano esserci dei consolidamenti a livello nazionale soprattutto in alcune aree come la Spagna, l’Italia e tutto l’est Europa.

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Dai tassi BCE dipende il futuro delle banche europee

Non ci sono dubbi, hanno affermato gli analisti di WM che i tassi BCE siano il perno su cui si deciderà il futuro delle banche del Vecchio Continente in un contesto che vede presenti in Europa ben 44 settori bancari tutti diversi tra loro, uno per ogni paese membro dell’UE.

Anche su questo fronte ci potrebbe essere una importante ripercussione. Con il ribasso dei tassi, infatti, è plausibile che salgano le divergenze nell’ambito dei RoE e dei dividendi delle varie banche.

In questo contesto, il Global Industry Analyst di Wellington Management ritiene che le banche sensibili alle attività (comprese quelle italiane) possano avere una quale difficoltà. Si tratta di istituti che risentono in modo più marcato rispetto alla media del calo dei tassi a causa della duration più breve delle attività rispetto alle passività che le caratterizzano. Per gli esperti le banche di questi paesi hanno oramai raggiunto la redditività massima e negli ultimi mesi hanno evidenziato il re-rating maggiore.

Questo potenziale problema dovrebbe interessare solo in parte le banche di paesi del Nord Europa (Germania, Belgio, Olanda e Francia) che hanno registrato un rally degli utili più contenuto e un livello di generazione di flussi di cassa più debole. Per gli esperti queste banche, in un contesto di calo dei tassi da parte della BCE, potrebbero registrare una crescita degli utili superiore e una redditività resiliente.

Proprio alla luce di questa differente reazione non è da escludere che nel giro di 3 massimo 5 anni il profilo di rischio/rendimento di questa banche dell’area nord dell’Europa sarà migliore di quello delle banche dell’area sud e est europea (più l’Irlanda) che, come evidenziato in precedenza sono più esposte all’andamento delle attività.

Rispondendo alla domanda iniziale e volendo tirare le somme, possiamo affermare che la reazione delle banche europee al rialzo dei tassi BCE previsto a settembre sarà differente a seconda dell’area geografica. Gli istituti più esposti saranno quelli più sensibili alle attività e che paradossalmente hanno tratto più beneficio dai tassi alti a lungo ossia le banche di Italia, Spagna, Portogallo Irlanda e est Europa. Viceversa gli effetti saranno più blandi e comunque non negativi per le banche di tutti gli altri paesi. Anzi non è da escludere che queste ultime possano anche tratta vantaggio dal cambio di rotta almeno nel lungo termine.

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