In questo momento c’è qualche asset-class migliore del Bitcoin? Una domanda simile fino a pochi mesi fa non avrebbe neppure avuto senso e invece adesso, alla luce del forte rally della criptovaluta, è uno dei temi più discussi tra gli investitori. Trovare alternative al Bitcoin di questi tempi non è facile. Eppure, analizzando meglio la situazione e aprendo l’analisi anche a mercati fuori dai tradizionali circuiti, si possono tranquillamente trovare asset che addirittura battono il Bitcoin.
Un esempio in tal senso è rappresentato dalla borsa turca che nel giro di appena 4 anni è passata da 100 punti a 1.150 punti! Un rally impressionante è quello che ha caratterizzato l’indice di riferimento della Turchia. Certo va sempre considerato che l’economia turca è alle prese con la tenaglia inflazione (oramai stabilmente sopra all’80 per cento annuo), tuttavia è un dato di fatto che, in ottica speculativa, le azioni turche siano un asset in grado di regalare belle soddisfazioni e soprattutto bei profitti. Ricordiamo che non è necessario comprare azioni turche reali per sfruttare questa situazione visto che si può tranquillamente operare con i CFD (anche sugli indici di borsa) e, per chi volesse ridurre il profilo di rischio, ci sono sempre gli ETF sulla Turchia. Un ampia gamma di scelta che è possibile esercitare solo utilizzando quei broker che coprono mercati differente permettendo di operare sempre dalla stessa piattaforma. Un esempio è eToro che ha anche il vantaggio di offrire la demo gratuita.
Cosa è successo alla borsa turca
Ci sono delle ragioni ben precise alla base del rally della borsa turca. L’aspetto interessante è che tra i catalizzatori che hanno permesso questo “miracolo” c’è proprio il tallone d’Achille della Turchia ossia l’inflazione.
I mercati azionari almeno nel medio termine, tendono sempre proteggere il capitale investito dall’inflazione. In pratica investire in una borsa di un paese ad alta inflazione può significare salvare il proprio capitale. Proprio questo è ciò che è avvenuto in Turchia ultimamente. Tecnicamente tutto questo avviene perchè il valore dei titoli azionari (e di conseguenze quello degli indici) viene calcolato moltiplicando per un multiplo N quelli che sono gli utili nominali. Quindi, a parità di vendite, se una azienda aumenta i prezzi al dettaglio allora i suoi utili nominali crescono ma questo fa aumentare anche i prezzi delle sue azioni.
Ecco quindi spiegato perchè, in piena inflazione, la borsa turca è cresciuta più del Bitcoin. Logicamente il discorso che abbiamo fatto ha anche dei limiti e vale solo se la società è in grado di trasferire sul cliente finale l’aumento del prezzo senza perdere il numero di partenza dei clienti. Può però anche accadere che gli utili nominali (da cui, come visto, dipende il prezzo del titolo in borsa) possano salire anche dinanzi ad un piccolo calo dei clienti che tuttavia resta più basso della percentuale di inflazione.
Alla luce di quello che abbiamo fin qui detto, il rally messo a segno della borsa turca non stupisce più di tanto. Attenzione perchè è vero che gli indici azionari turchi hanno battuto anche Bitcoin, tuttavia il rally che ha fatto rumore è quello espresso in valuta locale. Infatti il balzo dell’oltre 1000 per cento c’è solo considerando l’indice Msci Turkey espresso in Lira Turca mentre si riduce tantissimo adottando come valuta di riferimento il Dollaro e l’Euro. In tal caso si scende al 75 per cento e al 63 per cento che non sono certamente variazioni percentuali da trascurare ma sicuramente sono imparagonabili al rialzo di oltre il 1000 per cento della borsa turca in valuta locale.
Investire in azioni turche conviene?
Alla luce di quello che abbiamo messo in evidenza nel precedente paragrafo, investire in azioni turche conviene? In ottica speculativa la risposta è scontata ed è affermativa. Anche se l’investitore è un locale la risposta è facilmente intuibile. E se invece si tratta di uno straniero? Proprio questo è l’aspetto più interessante di tutto perchè la borsa turca, grazie alla sua prestazione, si sta mostrando capace di generare valore anche per gli investitori non locali la cui valuta di riferimento (euro nel nostro caso) è su livelli di inflazione molto più bassi rispetto a quelli della Turchia e per questo motivo si rafforza sulla Lira. Senza considerare l’effetto cambio, anche un investitore straniero di un paese a valuta forte sarebbe riuscito a trarre profitto investendo sulla borsa turca negli ultimi 4 anni.
Volendo trarre delle conclusioni, bisognerebbe quindi ammettere che investire sugli indici azionari turchi conviene anche ad un trader italiano. Ciò però non significa in automatico che le azioni turche siano una sorta di eldorado. Va sempre tenuto in considerazione la proprietà straniera di azioni e obbligazioni turche non è ancora tornata ai livelli precedenti al 2018 nonostante, rispetto ad alcuni anni fa, ci sia più ottimismo.
Più che ai singoli titoli, quindi, è preferibile guardare a qualche ETF che investe sulla Turchia. Ce ne sono tantissimi e alcuni di essi evidenziano rendimenti molti interessanti. Il livello di rischio dei fondi a gestione passiva è più basso rispetto a quello delle singole azioni per ovvie ragioni. Questo discorso vale per chi ragiona nel lungo termine mentre se l’obiettivo è prettamente speculativo sono molto meglio i CFD sugli indici azionari turchi.
Insomma per mantenersi le mani libere è preferibile utilizzare broker che consentono di investire su più asset class sempre dalla stessa piattaforma. Tra i migliori con questa caratteristica citiamo:
- eToro: consente di fare trading con i CFD sugli indici di borsa operando a leva e senza il possesso fisico dell’asset sottostante. Molto interessante lo strumento del copy trading con cui replicare le strategie dei traders più bravi. In più su eToro c’è una vasta selezione di ETF e azioni reali (anche frazionate).
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