Quando si parla di caro-energia si fa solitamente riferimento al settore industriale. Sono le società dei vari comparti industrial, infatti, a dover fare i conti con l’incremento del costo dell’energia e a dover riversare questo aumento sui consumatori generando ulteriore inflazione. Eppure anche molte banche saranno presto chiamate a fare i conti, per via indiretta, con il forte rialzo dell’energia.

A lanciare l’allarme sono stati gli analisti di Moody’s che, in un report recentemente pubblicato, hanno posto l’accento sul rischio derivante dall’elevata esposizione di alcune banche ai settori ad alta intensità energetica.

Secondo gli analisti americani molto presto le imprese industriali, provate dall’incremento dell’energia, potrebbero avere grandi difficoltà a rimborsare il loro debito. Inevitabilmente ciò si tradurrebbe in problemi per le banche.

Nel report di Moody’s, si afferma che non tutti gli istituti europei sono esposti allo stesso modo a questo effetto indiretto del caro-energia. Secondo la società di rating, infatti, ci sono alcuni paesi che, a causa della struttura stessa della loro economia, sono più sensibili all’inflazione energetica. Di conseguenza alcune banche proprio di questi paesi potrebbero doversi far carico delle difficoltà delle industrie a rimborsare il debito bancario.

I paese in questione sono:

  • Germania (rating Aaa e outlook stabile)
  • Austria (rating Aa1 e outlook stabile)
  • Italia (rating Baa3 e outlook negativo)
  • Ungheria (rating Baa2 e outlook stabile)
  • Repubblica Ceca (rating Aa3 e prospettive negative)
  • Slovacchia (rating A2 con outlook negativo)

In generale, comunque, tutti i paesi dell’Europa centrale e orientale sono più o meno condizionati dall’incremento del costo dell’energia.

Secondo Moody’s le banche in Germania, Europa centro-orientale e Italia, paesi dove la carenza di energia ha già colpito più duramente, saranno le più vulnerabili a questo meccanismo nonostante le misure di sostegno che i vari governi hanno già varato e vareranno a favore dell’industria nazionale. Molti stati membri dell’UE, infatti, stanno sempre più spesso adottando interventi che contribuiranno a limitare la possibile creazione di prestiti problematici tra le imprese e le famiglie. Tra l’altro, hanno aggiunto gli analisti, non è da escludere che alcuni mutuatari possano essere anche in grado di adattare le loro fonti energetiche oppure possano riuscire a trasferire i costi più elevati sulle spalle della loro clienteta.

Ciò premesso, quali sono le banche europee che rischiano di più dal caro energia? Ovviamente di tratta di istituti dei paesi che abbiamo citato in precedenza. In tutto le banche europee con una più alta esposizione ai settori con forte intensità energica sono nove. Come si può vedere dall’elenco in basso ci sono anche tre banche italiane tra cui le big di settore Intesa Sanpaolo e Unicredit

  • Commerzbank: (A1/A2 stabile, baa2)
  • Bayerische Landesbank (Aa3/Aa3 positivo, baa2)
  • Landesbank Hessen-Thueringen GZ (Aa3/Aa3 stabile, baa2)
  • Landesbank Baden-Wuerttemberg (Aa3/Aa3 stabile, baa2)
  • Raiffeisen Bank International AG (A2/A2 stabile, baa3)
  • Raiffeisenlandesbank Oberoesterreich (A3/A3 stabile, baa2)
  • Banco BPM (Baa2/ Ba1 stabile, ba2)
  • Intesa Sanpaolo (Baa1/Baa1 negativo, baa3)
  • Unicredit (Baa1/Baa1 negativo, baa3)

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