L’Europa si conferma sempre più leader globale nel settore dei green bond, con un trend che dovrebbe crescere di almeno il 25% nel corso del 2022, per toccare quota 500 miliardi di euro. A sostenerlo sono le ultime stime condotte da NN Investment Partners, secondo cui la sola Unione Europea emetterà ben 250 miliardi di euro nei prossimi 5 anni e mezzo, al fine di sostenere l’ambizioso piano fiscale Next Generation EU.
Come fa notare ancora una nota a cura di NN IP, nel solo mese di settembre 2021 il mercato dei green bond ha superato il traguardo del miliardo di euro di green bond in circolazione. Si tratta tuttavia di poca cosa rispetto a quanto avverrà nei prossimi anni, con una strada – in verità, ancora da tracciare – che dovrebbe condurre ai già rammentati 500 miliardi di euro nel 2022.
In questo ambito, l’emissione dei c.d. social bond dovrebbe crescere di 25 miliardi di euro dal 2021 a 200 miliardi di euro nel 2022. Intanto, l’emissione dei c.d. sustainability bond dovrebbe crescere di 55 miliardi di euro dai livelli del 2021 a 200 miliardi di euro.
Ad ogni modo, il fatto che la strada sia tutta da tracciare non è certo una novità. Così come non è in fondo una sorpresa che abbondino le incognite in questo ambito. Tra di esse, una delle principali è rappresentata dalla standardizzazione, con la tassonomia ancora in forma primaria. “In particolare, l’UE dovrebbe essere al centro del palcoscenico delle emissioni – dichiara Douglas Farquhar, Client Portfolio Manager Green Bond di NN IP – con una stima di 50-100 miliardi di euro di obbligazioni verdi che arriveranno sul mercato nel 2022 per sostenere i Paesi europei colpiti duramente dalla crisi di COVID-19. Ci aspettiamo anche una forte accelerazione dei settori che in passato sono rimasti indietro nelle emissioni di obbligazioni verdi, tra cui le società metallurgiche e minerarie, le società petrolifere ed energetiche e le società chimiche”.
Complessivamente, la crescente attenzione nei confronti dei temi ESG dovrebbe condurre anche a una maggiore attenzione nei confronti delle obbligazioni verdi, le cui richieste e le cui emissioni cresceranno dinamicamente nei prossimi esercizi.
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