Deutsche Bank ha annunciato di aver conseguito un profitto oltre le attese nel secondo trimestre, nonostante il suo importante ramo dell’investment banking abbia subito un calo dei ricavi.
L’istituto di credito ha così riportato un utile netto di 692 milioni di euro per il secondo trimestre di quest’anno, mentre gli analisti avevano previsto un utile netto di 328 milioni di euro per il trimestre, secondo i dati raccolti da Refinitiv.
Nonostante l’utile più alto del previsto, la banca tedesca ha sperimentato un calo dell’11% dei ricavi netti nella sua divisione di investment banking, rispetto a un anno fa. Una divisione che è stata fondamentale nel guidare i profitti della banca in difficoltà nel primo trimestre dell’anno. Recenti dossier hanno suggerito che Deutsche Bank ha perso alcune quote di mercato in questo spazio negli ultimi mesi.
Tuttavia, parlando ai giornalisti, James von Moltke, direttore finanziario della banca, ha minimizzato i contenuti di tali dossier
“Ci sono mercati del debito dove in realtà alcune delle quote di mercato che si sono concentrate nelle più grandi banche l’anno scorso sono diventate meno concentrate in questo trimestre. Quindi non vediamo questa voce come idiosincratica per Deutsche Bank“, ha detto, aggiungendo che in mercati chiave come il reddito fisso, il proprio istituto di credito ha guadagnato quote di mercato.
Tra gli altri elementi chiave della trimestrale, rileviamo come le entrate totali si siano attestate a 6,2 miliardi di euro, marginalmente inferiori a quelle di un anno fa, come le spese totali abbiano raggiunto quasi 5 miliardi di euro, in calo di circa il 7% rispetto a un anno fa, e come il numero di dipendenti sia stato di 83.797, in calo rispetto agli 86.824 dello scorso anno. La banca tedesca ha anche riportato accantonamenti per perdite di credito di 75 milioni di euro per questo trimestre.
“Nonostante la normalizzazione dei mercati che tutti ci aspettavamo, abbiamo visto una forte performance delle entrate in tutte le nostre attività principali“, ha poi precisato von Moltke. “L’attività è stata relativamente in sordina nella prima parte di luglio“, ha aggiunto, menzionando la “continua normalizzazione” dei mercati in relazione alla volatilità vista nel 2020 come la ragione principale dietro la lenta attività.
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