L’Unione Europea ha aggiunto gli Stati Uniti nella lista dei Paesi “sicuri”. Una scelta che potrebbe rendere più facile per i visitatori statunitensi entrare nei 27 Paesi UE durante la stagione estiva ma… con quali riflessi per le compagnie aeree? Investire nelle compagnie aeree potrebbe diventare un po’ più conveniente?
Una cosa è certa: l’incertezza del settore è abbastanza evidente. Le compagnie aeree amano di norma svelare le proprie nuove destinazioni internazionali con mesi di anticipo, dando così tempo al proprio marketing di accendere l’interesse dei clienti. Questo non è avvenuto questa volta, considerato che le compagnie aeree sono rimaste in lunga attesa dei via libera dei governi per rimuovere le restrizioni di viaggio e, dunque, poter ricostruire le reti internazionale.
Questo scarso preavviso ha complicato un po’ le strategie dei vettori. E, dunque, se le prenotazioni di viaggi domestici per vacanze e tempo libero quest’estate sono vicine ai livelli del 2019, i viaggi internazionali continuano a ritardare, poiché molte restrizioni di viaggio rimangono in vigore. Questo ha costretto i vettori statunitensi a concentrarsi maggiormente sulle destinazioni locali e, viceversa, quelli europei a puntare soprattutto sul vecchio Continente.
Le cose potrebbero cambiare nelle prossime settimane. La domanda statunitense è infatti in rapido aumento per i viaggi in Europa, e l’app Hopper venerdì scorso ha annunciato che le ricerche di voli per l’Europa sono quasi raddoppiate rispetto al mese scorso. Il sito di viaggi Kayak ha comunicato che le ricerche per i viaggi europei sono in calo dell’11% rispetto al 2019 e che le tariffe aeree di luglio tra gli Stati Uniti e l’Europa sono in media di 929 dollari, circa il 6% al di sotto delle tariffe di due anni fa.
Insomma, anche se le compagnie aeree USA stanno aggiungendo più servizi e possibilità per l’Europa, la domanda è ancora distante dai livelli del 2019, visto che il Paese continua a bloccare la maggior parte dei non cittadini che sono stati nell’Unione europea o nel Regno Unito nelle ultime due settimane, nonostante gli appelli delle compagnie aeree e dell’industria dei viaggi ai governi su entrambi i lati dell’Atlantico. I cittadini statunitensi possono ad esempio visitare il Regno Unito, ma devono ancora mettere in quarantena.
I volumi di passeggeri tra gli Stati Uniti e i primi 25 Paesi di destinazione a maggio erano in calo di oltre il 90% dal 2019, con numeri tra gli Stati Uniti e l’Italia, il Regno Unito e la Spagna in calo del 95% o più, secondo Airlines for America, un gruppo commerciale del settore che rappresenta la maggior parte dei grandi vettori statunitensi.
Insomma, le restrizioni stanno continuando a complicare le cose, e lo faranno ancora a lungo. Nel breve termine le attività delle compagnie con destinazioni locali dovrebbero dunque avere ancora la meglio rispetto a quelle internazionali. Di contro, nel lungo termine le attività dovrebbero finalmente riprendere, e godere dunque di un più intenso recupero, dopo una domanda largamente sospesa.
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