Nelle ultime settimane diversi membri della BCE si sono espressi definendo l’aumento dei rendimenti obbligazionari come una situazione da monitorare da vicino. Ma come?

L’evidenza, che dovrebbe essere confermata dalla riunione di oggi, è che non vi sia unanimità di intenti nel Consiglio direttivo della BCE sul fatto che le condizioni di finanziamento siano a rischio di grave cambiamento con il forte aumento dei rendimenti. E gli operatori di mercato vorrebbero capire meglio le possibili risposte della BCE dinanzi a tale scenario.

Effettivamente, rileviamo come recentemente i rendimenti degli asset a reddito fisso sono aumentati a causa della convinzione che l’inflazione aumenterà a causa dello scenario pandemico, portando così a una stretta delle condizioni monetarie. Rendimenti più alti significano infatti che i Paesi che prenderanno in prestito del denaro dovranno affrontare costi più elevati al servizio dei loro debiti, e che le aziende dovranno spendere di più per il servizio del debito.

Dinanzi a questo contesto la BCE deve decidere se – e come – intervenire dati gli aumenti significativi dei rendimenti e scegliere se rendere le condizioni di finanziamento più specifiche di quanto abbia fatto finora.

In buona sostanza, nel momento in cui la Banca centrale della zona euro ha scelto di introdurre il mantenimento di condizioni di finanziamento favorevoli ai suoi obiettivi a dicembre, non c’era una chiara comprensione di ciò che significasse in realtà una simile affermazione, anche a causa del fatto che all’interno del Consiglio direttivo c’era una divergenza sull’interpretazione del termine.

Ora che i dati sull’inflazione nella macroarea sono stati superiori a quanto previsto, con il traino dei prezzi dell’energia, è evidente che le dichiarazioni di cui sopra non potranno che prendere una piega molto più specifica. Ovvero, se l’inflazione “principale” dovesse superare il 2% nella seconda metà dell’anno – come molti analisti credono possa accadere – la BCE si renderà disponibile o meno a tollerare una simile situazione?

Nel contempo, gli ultimi dati suggeriscono come le partecipazioni obbligazionarie della BCE nel suo programma di stimolo pandemico siano cresciute solo di 11,9 miliardi di euro nella settimana al 3 marzo, in calo rispetto ai 12 miliardi di euro della settimana precedente e sotto la media di 18,1 miliardi di euro dall’inizio del programma. In altri termini, il programma di acquisto di obbligazioni sta rallentando, ponendo ulteriore pressione al rialzo sui rendimenti del debito nella regione.

Insomma, la riunione BCE di oggi è piuttosto incerta e, forse, non è mai stata così attesa nelle ultime sessioni.

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