A quasi un anno dallo scoppio della pandemia di coronavirus, è tempo di analizzare quali potrebbero essere nel lungo periodo le conseguenze di questo evento straordinario. A provare a tirare le somme sono stati gli analisti di Credit Suisse che si sono posti una domanda cruciale: le conseguenze della pandemia cambieranno in modo radicale il mondo oppure oppure determineranno una accellerazione di trend che erano già in atto? La risposta è ovviamente la seconda anche perchè processi come ad esempio la digitalizzazione la maggiore flessibilità sul lavoro e il rallentamento della globalizzazione erano in atto già da tempo.
Il mondo, quindi, continuerà ad andare avanti portando a maturazione tendenze che erano già in atto. Ovviamente continueranno ad esserci rischi con cui fare i conti come ad esempio il ritorno dell’inflazione, la crescita dei divari sociali e la maggiore decentralizzazione fuori dalle aree urbane.
Ecco, quindi, quelli che potrebbero i trend in accelerazione a causa della pandemia di covid19.
Nuove modalità di lavoro
Piccoli centri e aree rurali saranno sempre più attraenti per i lavoratori in remoto. Questo, però, non significa che per le grandi città sarà la fine poichè le metropoli hanno sempre dimostrato di essere in grado di recuperare dopo una crisi. Per farlo, però, sarà necessario che queste grandi città dimostrino di essere più resilienti rispetto al passato. Le nuove modalità di lavoro potrebbero però risentire anche del prevedibile allargamento del divario sociale tra nuovi ricchi e nuovi poveri. Per contenere queste disuguaglianze molti governi potrebbero varare vaste misure di sistegno.
La paura dell’inflazione è esagerata
E’ un dato di fatto che a causa delle politiche fiscali e monetarie che i governi sono stati costretti a varare per dare sostegno alle economie, il rischio di incremento dell’inflazione abbia subito un forte aumento. La paura ci sta tutta ma attenzione a non esagerare. Secondo gli analisti più che all’inflazione è il caso di pensare alla crescita. E’ difficile, hanno commentato gli esperti svizzeri, che la globalizzazione possa continuare a proseguire sullo stesso binario del passato. Al tempo stesso, però, è altrettanto difficile che ci possa essere una inversione. E allora cosa succederà? La previsione di Credit Suisse è questa: crescita bassa, inflazione in leggero aumento ma non più di tanto e diversificazione regionale con il riavvicinamento delle produzioni. Tecnicamente ci potrebbe essere un passaggio dalla ricerca di efficienza dei costi alla resilienza.
Più integrazione per l’Europa
Un altro trend che certamente subirà un’accelerazione a seguito della pandemia di covid19 riguarda il processo di integrazione dell’Europa. Gli analisti di Credit Suisse sono convinti che esso aumenterà. L’accordo sul recovery fund e la volontà di tracciare le linee guida del futuro comune (green e digital in primo piano) sono segnali chiarissimi che l’Europa vuole accelerare la costruzione di nuove basi.
Governi e banche centrali in campo
La pandemia di covid19 ha spinto governi e banche centrali a scendere in campo con un’azione massiccia e mani vista in precedenza. Secondo Sara Carnazzi Weber, Head of Policy & Thematic Economics di Credit Suisse, il passato dimostra che le crisi sanitarie hanno sempre causato una accelerazione del progresso scientifico e cambiato i modelli di sviluppi economici. La pandemia di coronavirus ha velocizzato i trend già in atto spingendo il mondo a voltare pagina.
Secondo Nannette Hechler-Fayd’herbe, Chief Investment Officer International Wealth Management and Global Head of Economics & Research di Credit Suisse, è vero che il covid ha provocato conseguenze su mercati e sulla struttura stessa della società ma va anche messo in giusto risalto il fatto che sia i governi che le banche centrali sono subito scesi in campo con provvedimenti forti al fine di riuscire a contenere l’inevitabile recessione.
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